lunedì 29 febbraio 2016

La borsa: articolo di Samuele Colantoni



Samuele Colantoni della IV E AFM  ha scritto un articolo che illustra la nostra ultima esperienza di classe, il trading di borsa, ovviamente simulato, e che spiega il funzionamento della Borsa Valori, illustrandone le caratteristiche e le dinamiche


Insieme alla nostra insegnante di Diritto e di Economia Politica abbiamo iniziato ad usare in laboratorio la Borsa Virtuale, uno strumento messo a disposizione dal sito ufficiale della Borsa Italiana, dove possiamo  creare il nostro Portafoglio Virtuale, possiamo simulare le operazioni di trading, monitorare i nostri investimenti reali ed entrare in gara con gli altri trader virtuali nella Classifica Generale, tutto questo attraverso un account gratuito che ci permette di esercitarci e farci un'idea di come funziona la Borsa ,dal virtuale al reale.





1.  Che cos'è la Borsa?
Con la parola Borsa Valori si indica il mercato regolamentato in cui avviene lo scambio di Azioni, tuttavia la parola Borsa intesa in termini finanziari comprende un insieme di meccanismi, dinamiche e processi che coinvolgono più settori e più soggetti attori o comparse che danno vita all’intero Mercato Borsistico e Finanziario. La Borsa, finisce con l’essere un vero e proprio barometro dell’economia in quanto, oltre ad indicare le aspettative di stabilità, di crescita o di crisi delle singole aziende, tende ad indicare le aspettative delle varie aziende considerate nel loro insieme. In tal senso ritornano particolarmente utili i più comuni Indici (Mib, Dow Jones, Nikkei), i quali altro non rappresentano che la media dei prezzi dei singoli valori considerati in una determinata unità di tempo, sia in generale sia in un determinato settore. La Borsa, inoltre, è anche il luogo dove le aziende, grazie al risparmio conferito direttamente soprattutto dalle famiglie si capitalizzano per effettuare gli investimenti funzionali al proprio sviluppo e a quello più generale dell’economia.


2. Come si investe in                Borsa?


Basta recarsi presso la propria banca di fiducia, aprire un conto corrente di corrispondenza ed un dossier nel quale verranno custoditi ed amministrati i titoli che si acquisteranno. Per acquistare le azioni è necessario sottoscrivere l’acquisto presso l’ufficio competente della banca. Successivamente via posta perverrà il contratto da cui risulteranno i titoli acquistati dal cliente attraverso la banca (chiamato nota informativa o fissato bollato). I titoli acquistati verranno inseriti nel dossier e contemporaneamente verrà addebitato il conto corrente dell’intestatario, nel quale avrà nel frattempo versato i fondi necessari alla copertura delle operazioni. In alternativa ci si può rivolgere anche a una SIM (Società di Intermediazione Mobiliare), intermediario, quasi sempre partecipato da una banca che opera direttamente in borsa e che ha sostituito i vecchi agenti di borsa.





3. Le modalità di     investimento (azioni,obbligazioni e strumenti derivati)

Nel mercato della Borsa ci sono tre tipi di investimento possibili: le azioni, le obbligazioni e gli strumenti derivati. Un’azione è il titolo rappresentativo di una quota di proprietà in un’impresa. Chi acquista un’azione diventa comproprietario (azionista) di un’impresa costituita sotto forma di società per azioni. L’azionista ha diritto a una parte degli utili, nonché a una parte del patrimonio residuo in caso di liquidazione della società. In quanto comproprietario, l’azionista è inoltre titolare di diritti di voto – in proporzione alla sua quota di capitale – alle assemblee generali della società stessa. Un’obbligazione è un titolo di debito emesso da una impresa o da un ente di diritto pubblico (stato, comune, ecc.). Chi acquista un’obbligazione diventa creditore nei confronti dell’emittente. Il detentore dell’obbligazione (obbligazionista) ha diritto al rimborso del titolo alla scadenza convenuta, nonché al pagamento di un interesse, versato di solito su base annua. La scadenza di un’obbligazione è tipicamente compresa fra 5 e 10 anni. 

Lo strumento derivato o semplicemente derivato (in inglese derivative) in finanza è un contratto o titolo il cui prezzo sia basato sul valore di mercato di un altro strumento finanziario, definito sottostante (come, ad esempio, azioni, indici finanziari, valute, tassi d'interesse o anche materie prime). Gli utilizzi principali degli strumenti derivati sono la copertura di un rischio finanziario (detta hedging), l'arbitraggio (ossia l'acquisto di un prodotto in un mercato e la sua vendita in un altro mercato) e la speculazione. Le variabili alla base della quotazione dei titoli derivati sono dette attività sottostanti e possono avere diversa natura: può trattarsi di azioni, di obbligazioni, indici finanziari, di commodity come il petrolio o anche di un altro derivato, ma esistono derivati basati sulle più diverse variabili, perfino sulla quantità di neve caduta in una determinata zona, o sulle precipitazioni in genere. I derivati sono oggetto di contrattazione in molti mercati finanziari, e soprattutto in mercati al di fuori dei centri borsistici ufficiali, ossia in mercati alternativi alle borse vere e proprie, detti OTC, over the counter: si tratta di mercati creati da istituzioni finanziarie e da professionisti tramite reti telematiche e che, di solito, non sono regolamentati.




4. Le Borse piu' famose al mondo 


Al primo posto con una capitalizzazione di 16.918 miliardi di dollari USA a dicembre 2012 c'è il NYSE Euronext, nato dalla fusione tra la Borsa di New York (New York Stock Exchange) e una serie di mercati europei. Il volume delle transazioni azionarie di questo mercato è davvero impressionante e rappresenta davvero il sogno del giocatore di Borsa. Oltre alla famosa Borsa di New York, che avrebbe comunque il primato anche senza questa fusione, NYSE Euronext controlla anche le piazze di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona.Il secondo posto della classifica è occupato dal NASDAQ, acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation. Il NASDAQ è un famoso esempio di mercato completamente elettronico, in pratica è una Borsa che funziona con una rete di computer.
E' famoso perché le principali aziende tecnologiche e innovative preferiscono quotarsi sul NASDAQ piuttosto che sul NYSE. Al terzo posto della classifica vi è la Borsa di Tokio (Kabutocho in giapponese). E' una borsa davvero molto grande con una capitalizzazione che supera abbondantemente i 3.000 miliadi di dollari USA e con più di 2.300 società quotate. E' anche una Borsa molto antica visto che è stata fondata nel 1878. In ogni caso a partire dal 1999 è stata completamente automatizzata e oggi è possibile operare solo in maniera elettronica. Per la stagnazione che ha colpito il Paese negli ultimi 20 anni, la Borsa di Tokio ha subito un certo declino ma rimane senza dubbio una delle più importanti al mondo. Al quarto posto c'è il gruppo composto dalla Borsa di Londra e la Borsa di Milano. Ovviamente la Borsa di Milano è una piazza secondaria, a scarsa capitalizzazione, mentre la Borsa di Londra è una delle principali piazze finanziarie mondiali e trascina, per così dire, i risultati di tutto il gruppo.

5. Indici di Borsa



Sono in pratica una rappresentazione numerica dei cambiamenti di valore di un portafoglio di titoli azionari prestabilito e spesso vengono utilizzati come termine di paragone (benchmark) per valutare le performance di molti investimenti. Gli indici azionari (in inglese Stock Index) possono rispecchiare diversi criteri di aggregazione. Possono essere globali se costruiti su società multinazionali come per esempio l’indice S&P Global 100. L’indice è nazionale quando invece rappresenta la performance del mercato o della borsa di una determinata nazione come nel caso dell’indice S&P Mib per la Borsa Italiana, lo S&P 500 americano o il Nikkei giapponese. Gli indici non solo danno un’informazione sull’andamento dei titoli ma possono anche determinare il valore di molti prodotti derivati, futures e opzioni o altre tipologie di investimento, costruiti sulla base dell’andamento degli indici più disparati.








La timeline delle teorie economiche

Leona Eppure della I D ha elaborato una linea del tempo delle teorie economiche, partendo dal mercantilismo

Eccola :


venerdì 26 febbraio 2016

La crisi delle banche: articolo di Beniamino Coia


Beniamino Coia della IV E ha scritto un articolo sulla crisi delle banche italiane, riportato qui sotto


Lo scorso 22 Novembre il governo ha approvato il cosiddetto "salva banche", un decreto con cui sono state salvate dal fallimento quattro banche;

Banca dell'Etruria, Banca Marche, CassaRisparmi, Ferrara e di  Chieti. Il salvataggio è avvenuto in base alle nuove regole europee solo che la notizia si è messa in luce soprattutto a causa del suicidio di un pensionato a Civitavecchia

COSA È SUCCESSO? Da anni le 4 banche erano in grave difficoltà a causa di cattive pratiche di amministrazione. Lo scorso 22 novembre si è deciso di procedere al salvataggio per evitare il fallimento. Che è molto dannoso sia per il sistema finanziario ma anche per dipendenti e risparmiatori.Ció è avvenuto con il cosiddetto BAIL un sistema che prevede di salvare una banca con i soldi degli investitori. In queste nuove società ci sono  solo parti sane. Invece le banche dette "insane" sono stati trasferiti a una nuova società detta bad bank. Si tratta di un operazione costosa. L'operazione di circa 3,6 miliardi è stata erogata dal cosiddetto "fondo di risoluzione", un fondo creato per queste situazioni. Il resto del denaro è stato recuperato azzerando il valore delle banche e delle obbligazioni subordinate.

PERCHÉ I RISPARMIATORI HANNO PERSO I SOLO SOLDI? Nessuna persona che ha depositato soldi li ha persi, solo coloro che avevano investito i propri risparmi nelle azioni della banca oppure in obbligazioni subordinate. Il problema che molti accusano le proprie banche di averli raggirati, truffati e minacciati. Le banche per ridurre i danni sono state salvate secondo le nuove regole europee. Secondo la banca centrale sono stati utilizzati tra il 2008 ed il 2014 soldi pubblici per salvare le banche ( 800 miliardi).Sinceramente salvare una banca è molto importante, ma non di vitale importanza. Sono stati usati miliardi e miliardi soldi pubblici e credo sia anche per questo che il nostro paese si trova in questa situazione economica difficile.

martedì 23 febbraio 2016

Quando eravamo ritals e macarunì, esperienze migratorie rimosse o dimenticate - di Rosy de Luca

La brava ed entusiasta collega Tiziana che dirige il giornalino scolastico del mio Istituto mi ha chiesto un articolo sulle migrazioni, e mentre lo scrivevo, mi è venuta in mente la figura di mio nonno, migrante nato in Brasile e tornato a Napoli, la mia città d'origine. Ve lo posto qui, trascritto, ma se volete dare un'occhiata al giornalino di scuola, vi lascio anche il link :)  E soprattutto mi viene da riflettere a quanto siano simili le nostre memorie storiche di migranti, confrontate con quelli che ogni giorno attraversano i confini e trovano muri.....

  migra

  Sono la nipote di un emigrante italiano. Mio nonno nacque in Brasile, a Manaus, città nella quale anni prima si erano tra- sferiti i suoi genitori che non trovarono lì né ricchezza né fama. Tornato a Napoli, sua città natale, negli anni ‘50 mio nonno diventò il presidente di una compagnia navale di emigrazione, la Colombo, che organizzava le rotte degli emigranti verso il nord e il sud America. Era molto premuroso e solidale con chi affrontava il grande viaggio verso l’ignoto: nelle sue memorie di emigrante restavano i ricordi del duro lavoro nelle pampas dal clima insalubre , i richiami continui e sgarbati del capomastro, le malattie, il vitto scadente, i pochi soldi per sbarcare il luna-rio, la nostalgia di casa. Pagina del passato recente, l’emigrazione è stata un passo obbligato per molti italiani, non solo del Sud , ma anche di quelli del Nord, con un grande flusso di popolazioni frontaliere, specialmente provenienti dal Piemonte, dalla Liguria, dal Friuli e dal Lazio. Oggi le persone di origine italiana rappresentano il dieci per cento della popolazione francese, il 21 per cento di quella Argentina e circa il 5 per cento di quella statunitense. Le cause della grande migrazione italiana erano costituite in parte da “push factors” ed in parte da “pull factors” Tra i primi, come fattori di respingimento annoveria- mo sicuramente le  precarie  condizioni economiche in cui larga parte della popo-lazione versava, ma anche, specialmente per i giovani maschi, il fenomeno della coscrizione obbligatoria, cui cercavano di sottrarsi, che spesso obbligava a condur- re una vita clandestina e sovente sfociava nel brigantaggio. Tra i “push factors”, fattori di attrazione, andavano considerati la speranza di arricchirsi e l’idea di diventare cittadini di un grande paese costituito completamente da immigranti. Nel periodo del fascismo, inoltre, molti tra gli immigrati erano antifascisti perseguitati dal regime o dissidenti che decisero di trasferirsi in America anziché essere perseguitati in una patria divenuta inospitale. Anche per molti migranti proveniente della nostra cittadina di Tivoli la Francia è stata la destinazione più frequente. L’emigrazione verso la Francia del Sud e centrale, sino ad arrivare alla capitale e, ancora più al nord industrializzato si concretizzò con un lusso in crescente aumento a partire dalla fine del 1800 sino alla seconda metà del ’90. In Francia gli italiani – specialmente quelli provenienti dall’alta Italia - sono andati a lavorare molto spesso come “sans papier”, operai clandestini nelle fabbriche o nelle miniere. La condizione di clandestino era spesso dettata dall’alto costo che era richiesto per avere tutti i documenti necessari per la regolarizzazione. In più, l’elevato tasso di analfabetismo e la scarsa pratica con uici e richieste burocratiche favorivano il clandestinismo lavorativo. Per lavorare regolarmente, occorreva una “carte de travaille”, che doveva essere approvata dal consolato italiano nelle città francesi di destinazione e successivamente inoltrata alla sottoprefettura territoriale competente. Per passare la frontiera, era sufficiente il regolare passaporto, ma senza la carta lavorativa era diicile ottenere un lavoro regolarmente retribuito. Molti lavoratori si recavano in Francia per lavorare come stagionali, attratti dalle paghe più alte di quelle praticate in Italia. Spesso lasciava- no una famiglia che doveva sobbarcarsi il lavoro dei campi al posto dei suoi mem- bri partiti in cerca di fortuna. I francesi erano soliti chiamare gli italiani “macarunì” per la loro abitudine di man- giare i maccheroni, per controparte gli italiani chiamavano i francesi “pomiditè” storpiando il nome con cui si chiamano le patate in francese ovvero pommes de terre, pietanza di cui erano soliti cibarsi i francesi. Gli immigrati italiani erano anche chiamati Rital (al plurale ritals), un termine dell’argot popolare francese che indica una persona italiana o di origini italiane, con connotazione peggiorativa e ingiuriosa. Le condizioni di vita erano spesso penose, al punto che era una diceria co-mune tra i francesi che gli italiani, venuti per costruire le ville altrui, fossero costretti ad occupare alloggi insalubri nelle bidonville o nei quartieri più degradati delle città. La maggior parte non possedeva specializzazioni professionali e dunque poteva esercitare qualunque attività manuale (sterratori, scaricatori, manovali, lavoratori agricoli stagionali, metallurgici nei cantieri navali….). Tanti finirono per impiegarsi, regolarmente o no, nell'industria 


Ma tanti italiani emigravano verso le Americhe. Ellis Island è un isolotto situato alla foce del fiume Hudson, nei pressi del porto di New York City. E’ comune- mente ritenuto il simbolo del patrimonio culturale degli immigrati provenienti da tutti i paesi europei e diretti negli Stati Uniti. Dal 1892 ino al 1954 in quest’iso- la transitarono circa venti milioni di emi- granti, in cerca di libertà e di opportunità economiche. All’arrivo al centro di accoglienza, ciascun immigrato doveva esibire i documenti di viaggio con le informazioni della nave che li aveva condotti in America, mentre dei medici del servizio immigrazione visitavano i nuovi arriva- ti, contrassegnando con la schiena con un gessetto coloro che dovevano essere sottoposti ad esami più approfonditi America, mentre dei medici del servizio immigrazione visitavano i nuovi arriva-ti, contrassegnando con la schiena con un gessetto coloro che dovevano essere sottoposti ad esami più approfonditi. Chi superava il primo esame, veniva poi accompagnato nella sala dei Registri, in cui venivano registrati dati quali le generalità dell’immigrato, la destinazione, la disponibilità di denaro e le attitudini lavorati- ve, per essere successivamente sbarcato a Manhattan. Chi veniva sottoposto alla successiva visita e fosse giudicato non idoneo, veniva reimbarcato sulla stessa nave che lo aveva portato negli Stati Uniti, la quale aveva l’obbligo di riportare in patria gli “scartati”. Negli Stati Uniti in cui l’abbondanza di terra poco costosa era un fattore allettante, gli italiani – chiamati fellas, termine che nel gergo significava“ ragazzi”, si distinguevano per svolgere principalmente lavori agricoli, anche se successivamente sono stati impiegati in lavori principalmente urbani. Gli italiani sono stati notati e apprezzati anche per la loro diligenza. Hanno lavorato come macellai, raccogli- tori di stracci, addetti alle pulizie della fogna e in tutti quei lavori duri, sporchi, pericolosi che gli autoctoni non desidera- vano. Anche i bambini immigrati hanno lavorato in dalla più tenera età, come del resto avveniva in Italia, spesso a scapito della loro educazione scolastica. Gli italiani emigrati in America erano apprezzati per il loro rifiuto di accettare la carità o di ricorrere alla prostituzione per soldi. Le condizioni di vita in cui gli italiani immigrati a New York vivevano erano spesso drammatiche e ai limiti dell’indigenza. Erano famosi per la loro sobrietà, ma venivano spesso osservati comportamenti tipici, come la sporcizia delle loro abitazioni e la tendenza a risparmiare su- gli alimenti in un tentativo disperato di accumulare soldi. Partendo dall’esperienza di mio nonno emigrato, nella mia esperienza di mediatrice culturale ho confrontato e raccolto tante vicende simili, avvenimenti diventati storia d’Italia. Il nostro Paese ora è diventato terra di emigrazione, e tuttavia sembra aver dimenticato i racconti dei fellas e dei macarunì che partirono su fatiscenti bastimenti o attraversarono clandestinamente le frontiere in cerca di un futuro migliore. Proprio come successe a mio nonno, nato in Brasile da immigrati italiani.

Violenza di genere: il cosiddetto femminicidio - articolo di Andrea Durante

Andrea Durante della IV D è l'autore sia dell'articolo che della foto. Per quest'ultima si è classifiato finalista al concorso indetto dalla Regione Lazio "Mai più violenza: esci dal silenzio!" ed. 2015


UNA MORTE DEL GENERE NON E'POSSIBILE!

I dati che si possono visualizzare su media e web riguardo il femminicidio  sono allarmanti : all’incirca 116 donne all’anno vengono uccise solamente in Italia, da uomini che si sentono in grado di poter far ciò che vogliono con la vita del gentil sesso. I numeri son in continua crescita, e la cosa è agghiacciante, proprio per questo motivo, la Regione Lazio da alcuni anni promuove insieme ad associazioni contro la violenza in generale, e più nello specifico quella sulla donna, un concorso finalizzato a far esprimere i ragazzi di tutte le scuole del Lazio artisticamente su come la vedono riguardo questo crimine commesso contro la donna, o meglio: contro l’umanità, dato che la donna è la madre di tutti noi.
Un ragazzo della nostra scuola ITCG Enrico Fermi, Andrea Durante, attraverso un elaborato artistico, più precisamente la fotografia, è riuscito ad esprimersi riguardo questo argomento molto cupo e triste che ci affligge oggi giorno. La sua foto ha suscitato sicuramente qualcosa nei cuori dei giudici del concorso, dato che è riuscito ad arrivare in finale, spiccando fra i molti lavori inviati. Qui di seguito lasciamo delle sue parole che ci fanno capire più profondamente con quale spirito ha creato tutto e cosa vuole far intendere a colui che vede questa opera d’arte: “Questa foto incita tutte le donne a dire basta alla violenza subita spesso tra le mura di casa dal proprio compagno, o la violenza subita da estranei che sfoca in un omicidio della parte debole, cioè la donna. Ma si rivolge anche agli uomini che commettono tali brutalità, facendoli soffermare un attimo a ragionare , in questo caso in modo figurato dalla cinta che stringe la vita, che: avere una compagna non significa possederla e farne ciò che si vuole, insomma, di non avere una stretta mortale sul gentil sesso!” - Continua con un suo vero e proprio invito – “Donne uscite dal silenzio e denunciate queste situazioni invivibili, senza avere paura, siete nate libere e avete il diritto di restare tali; ribellatevi a questa schiavitù!” Speriamo che questa foto e queste parole possano arrivare a tutti, per far si, che si approfondisca questo argomento con dei buoni ragionamenti che di conseguenza stimolano il miglioramento della nostra società!

I ragazzi che salvavano i libri - di Priscilla Tranquilli

Priscilla Tranquilli della IV E AFM ha scritto un articolo sull'esperienza di studentessa bibliotecaria, iniziata lo scorso anno scolastico, proseguita anche quest'anno, e pubblicato anche sul giornalino scolastico del "Fermi" di Tivoli , che potrete leggere anche cliccando sul seguente link:


Avete tempo per ascoltare una storia? Una di quelle storie che sembrano banali, che sono tratte dalla vita di tutti i giorni, ma che poi diventano determinanti, fatali, virali. Nello scorso anno scolastico, noi, alunni della IV E, siamo stati coinvolti e coordinati nel progetto finalizzato a riordinare i CIRCA 6000 libri della biblioteca del nostro istituto. Il titolo della nostra iniziativa è stato preso in prestito dal libro di Marcus Zusak, La bambina che salvava i libri , diventato il film Storia di una ladra di libri, ed è legato al modo in cui si è originato il nostro progetto, quasi per caso
La nostra scuola è un luogo di studio, ma anche di aggregazione sociale e di divertimento….e cè una biblioteca. Un giorno, qualche mese fa, sono sta- ti gettati per sbaglio dei libri. Ci siamo accorti di questo disguido giusto in tempo e abbiamo salvato i libri dalla sorte di finire in discarica. Poi i sia- mo presi lincarico di aiutare i docenti responsabili della biblioteca di istituto a riallestire il patrimonio librario.
Inizialmente non cera molto entusiasmo da parte nostra , immaginando ciò che ci aspettava, ma pian piano abbiamo abbracciato e fatto nostro questo progetto.
Di solito nell immaginario collettivo al concetto di biblioteca si associa spesso quello di luogo residuale, poco frequentato, se non da persone che vi si recano o per poter consultare testi specifici (di carattere scientifico,filosofico, letterario, ...) o addirittura per studiare in tranquillità, lontano da tutto e da tutti.
Oggi giorno questo fenomeno è ancor più avvertito a causa di internet che ha reso disponibile, a portata di click, il sapere.

La tecnologia ha portato noi giovani a dimenticare le biblioteche, intese quali luoghi ricchi di sapere e conoscenza. Significativa è in tal senso liscrizione apposta sulla porta di una delle più importanti biblioteche al mondo, quella di Tebe, città culla della cultura classica; la frase recita:<< Medicina per l’anima>>.
Abbiamo cercato quindi di fare un po’ nostro questo concetto cercando di rimodernizzare e rendere più attuale questo luogo che molto spesso non è amato dalla gran parte dei giovani perché non lo si conosce bene o con superficialità o perché ce lo raccontano come luogo che sa di antico, un po’ triste, dove vige il silenzio.
Cerchiamo così di dimostrare l’ in- fondatezza  di  questo  luogo  comune e potremmo anche dire : “ abbassa il volume della tua voce e alza quello della tua mente!!!” sinceramente …. meglio no?????
È stato così che, “remando contro corrente”, noi, gli alunni della classe terza E dello scorso anno, abbiamo iniziato questo lavoro di riordino dei libri, che è consistito, dapprima, nel recupero di alcuni testi che erano stati scartati e, successivamente, nella ri-catalogazione di tutti i volumi presenti nella biblioteca, nonché nell’ ottimizzazione dello spazio a disposizione attraverso una distribuzione più funzionale dei mobili nei quali sono custoditi i libri.
Passiamo ora alla parte un po’ più tecnica del nostro lavoro : il metodo di classificazione
I libri sono stati ordinati secondo la classificazione decimale Dewey, criterio ideato nella seconda metà del secolo scorso dal bibliotecario statunitense Melvil Dewey e che prevede che i libri vengano ordinati in base alla disciplina di cui trattano.
La cdd , è il sistema di classificazione p usato al mondo , in quanto adoperato dalle biblioteche p impor- tanti di ben 138 paesi , è un sistema decimale in quanto divide tutto lo scibile umano in 10 grandi classi numerate da 0 a 9 , ognuna delle quali si articola in 10 divisioni numerate a loro volta da 0 a 9 , ognuna delle quali si compone ha sua volta di 10 sezioni, anche esse suscettibile a loro volta di ulteriori suddivisioni.
La notazione è espressa in numeri arabi ogni numero si compone di tre cifre.
La prima cifra di ciascun numero rap- presenta la classe principale ad esempio 500 rappresenta le opere generali della scienza
La seconda delle tre cifre del numero indica la divisione :ad esempio il numero 530 indica opere generali sulla isica
la terza cifra di ciascun numero indi- ca invece la sezione: ad esempio il numero 532 rappresenta opere di fisica relative alla meccanica dei fluidi .
Convenzionalmente un numero non può essere costituito da meno di tre cifre , ma dopo la terza cifra può esse- re apposto un punto che permette la continuazione dalla divisione per 10 fino al livello di classificazione necessario.
Il vantaggio fondamentale della CDD è che ogni cifra è portatrice di uno specifico significato e questo non è un vantaggio da poco...in una qualunque biblioteca che adotti la cdd anche in assenza del bibliotecario chiunque conosca tale metodo troverà con facilità il testo che sta cercando.
Abbiamo così ri-creato la  biblioteca delFermi. Allopera di catalogazione sono seguite le didascalie relative alla collocazione dei libri e infine le immagini e le citazioni che hanno decorato la nostra biblioteca rimessa a nuovo.
Adesso, non vi manca altro che venire a vederla, e a leggere con noi.....

Priscilla Tranquilli IV e AFM e classe IV E




V grafico:riepilogo brevissimo sulla Costituzione

  RIASSUNTO – LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA DEL 1948 Principi fondamentali e diritti e doveri del cittadino   La Costituzione italiana, n...