l
sistema monetario internazionale
da Bretton Woods ai giorni nostri
da Bretton Woods ai giorni nostri
Anno/ Periodo
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Eventi
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Considerazioni
e note
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Luglio 1944
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A Bretton Woods, nel New Hampshire
(USA), durante la Conferenza Finanziaria e Monetaria delle Nazioni
Unite, viene siglato l’Accordo che istituisce il Fondo
Monetario Internazionale (Fmi) e
la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Birs).
L’accordo diverrà esecutivo il 27 dicembre 1945,
dopo la firma di 29 governi rappresentanti l’80% delle quote originali. L’Fmi
inizierà le operazioni il 1° marzo 1947.
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Alla Conferenza di Bretton Woods i due maggiori
alleati atlantici, USA e GB, giunsero con una differente visione della
risistemazione del Sistema Monetario: la GB sosteneva il Piano Keynes,
che prevedeva un’opzione Banca Mondiale Centrale, dotata di forti
poteri autonomi. Questa visione soccombette però alla posizione degli USA, i
quali invece sostenevano il Piano White, che alla lunga rendeva
il Fmi maggiormente dipendente dai poteri decisionali delle maggiori potenze
economiche. Tuttavia il piano Keynes, che conteneva proposte che anticipavano
lo schema dei Diritti Speciali di Prelievo, sarebbe risultato
determinante nelle successive evoluzioni del Fmi.
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Il Fmi assume due ruoli:
1. stabilisce un codice di comportamento ai
paesi membri per le relazioni inerenti le restrizioni al commercio
internazionale e al tasso di cambio;
2. ricopre la funzione di istituzione
finanziaria internazionale per fornire risorse finanziarie ai membri
che ne necessitino.
Inoltre :
- interviene su questioni di carattere finanziario - può svolgere indagini sul comportamento dei membri - indica linee di condotta per la politica interna dei membri
Il Voto Ponderato è una
caratteristica specifica del Fmi:
il voto dato ad ogni singolo governatore o direttore esecutivo è funzione del peso relativo della quota depositata (vedi allegato). |
Struttura del
Fmi:
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Le decisioni del Fmi sono subordinate al parere
dello Stato membro in due situazioni :
a. fissazione del tasso di parità
b. ammontare della rispettiva quota di
partecipazione
Negli altri casi le decisioni sono subordinate al
parere della maggioranza espressa in termini di voto ponderato.
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Marzo 1947
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Il Fmi diviene operativo.
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Obiettivo primario del Fondo in questo primo periodo
della sua esistenza è quello di garantire la stabilità monetaria
internazionale. Ed in effetti in questi anni guiderà le monete europee verso
la convertibilità.
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Dicembre 1958
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Il sistema monetario internazionale progettato a
Bretton Woods entra finalmente in funzione: 13 paesi dell’Europa occidentale
si impegnano contemporaneamente a garantire la convertibilità dei conti
correnti detenuti da non residenti.
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Il Sistema di Bretton Woods si basa sui cambi fissi.
Ad intervalli regolari ogni singolo paese che ha aderito al sistema negozia
direttamente con il Fmi il proprio livello di cambio (parità centrale)
rispetto al dollaro (ufficialmente rispetto all’oro), dopodiché si impegna a
mantenere tale livello di cambio attraverso due tipi di azioni :
1) transazioni dirette fra banche centrali;
2) transazioni ufficiali sul mercato dei cambi.
L’Accordo di Bretton Woods, invece, vieta
esplicitamente l’imposizione di controlli sul mercato dei cambi.
La moneta può fluttuare intorno alla parità centrale
di un valore non superiore all’1%. Al di là di questo valore le autorità
monetarie del paese sono chiamate ad intervenire.
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Il sistema di Bretton Woods è imperniato sul
mantenimento della parità fra $ e oro (stabilita a 35$ l’oncia). Questo
significa che le autorità monetarie statunitensi si impegnavano a cambiare
qualsiasi quantità di $ nell’equivalente in oro. In tal modo il $ si afferma
come unità di cambio internazionale, e viene utilizzata per tutte le
transazioni.
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1960-1970
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L’impetuosa crescita del commercio internazionale
rende necessario aumentare la liquidità internazionale.
Tassi di crescita del commercio internazionale :
- 1920-40.......2%
- 1948-60.......6%
Gli USA cominciano a far defluire consistenti
ammontari di $ verso le economie industrializzate, la liquidità
internazionale aumenta ad un ritmo crescente :
- 1950-59.......1,6%
- 1960-65.......3 %
- 1967-68.......7,5%
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Mentre le valute impegnate alla convertibilità sono
obbligate ad effettuare le transazioni necessarie a mantenere le parità
assegnate, il $ non deve far altro che garantire la convertibilità in oro. La
sterlina inglese invece è chiamata ad un duplice compito, da un lato
costituisce unità di cambio per le valute afferenti l’area della sterlina,
dall’altro è impegnata a mantenere una parità fissa rispetto al $ (fissata a
2,8$ per una sterlina, e mantenuta tale fino al novembre 1967, quando difficoltà
di bilancia estera costringono ad un riallineamento a 2,4$ per sterlina).
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I deflussi di capitali dagli USA provocano due
effetti :
· consistenti
deficit di Bilancia dei Pagamenti
· sopravvalutazione
del $.
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I deficit di BdP degli USA si rivelarono da subito
fortemente destabilizzanti, come dimostrerà la prima crisi del 1960. Per tale motivo il
presidente Kennedy dichiarò che, ove necessario, gli USA avrebbero fatto
ricorso alle risorse del Fmi per acquistare valute straniere al fine di
riacquistare dollari e contenere l’espansione del deficit.
A rinforzare tale determinazione vennero, nel settembre 1961, gli Accordi Generali di Prestito (General Agreements to Borrow- GAB) in base ai quali le maggiori potenze economiche si impegnavano a fornire risorse al Fondo al fine di far fronte ad impegni finanziari particolarmente gravosi. Benché gli USA non abbiano mai fatto ricorso a tali sostanziosi strumenti, si deve ritenere che l’impegno comune delle potenze economiche abbia impedito lo svilupparsi di manovre speculative contro il $. |
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20 Ottobre 1960
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Prima crisi
del dollaro: il prezzo dell’oro in $ sul mercato di Londra sale
a 38-40$/oncia. Viene perciò creato il pool
dell’oro (con la partecipazione della Fed e delle banche
centrali di Belgio, Francia, Germania Federale, Italia, Svizzera, Olanda e
Gran Bretagna) che delega la Banca d’Inghilterra ad effettuare operazioni di
compravendita in oro sul mercato al fine di mantenerne stabile il prezzo.
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Nell’immediato la crisi venne superata grazie alla
ferma intenzione manifestata dal governo USA di mantenere immutata la parità
del $ in oro.
In seguito il pool dell’oro si dimostrò di
considerevole efficacia, tanto che il prezzo dell’oro sulla piazza di Londra
non superò mai i 35,5$/oncia.
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1961
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L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico) rimpiazza la precedente OECE (Organizzazione Europea per
la Cooperazione Economica), nata per gestire i fondi assegnati dal Piano
Marshall.
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Nell’ambito
del Comitato per la Politica Economica dell’OCSE viene costituita una
sottocommissione denominata Working Party n.3 (Wp3) con
lo scopo di vagliare le politiche monetarie e fiscali dei paesi membri e la
loro coerenza con la situazione economica contingente, la cui composizione è
limitata ai 10 paesi membri più influenti.
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Settembre 1963
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Il
"Gruppo dei Dieci" (G10), composto dagli stessi membri del Wp3costituisce un "Comitato
dei Delegati" avente il compito di effettuare un’analisi del
funzionamento e delle prospettive del sistema monetario internazionale.
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Giugno 1964
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Il G10, sulla scorta delle indicazioni fornite dal
Comitato, propone:
(1) l’aumento delle quote Fmi e (2) un’effettiva "sorveglianza multilaterale" tesa a scoprire criteri e modalità di finanziamento degli squilibri di bilancia dei pagamenti.. |
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Inoltre avvia due progetti di ricerca, (a) sul
"processo di aggiustamento delle B.d.P." e (b) sull’analisi delle
possibilità di introdurre una nuova attività di riserva
internazionale ovvero di istituzionalizzare la gold tranche
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Riguardo le possibilità di introdurre una nuova
attività di riserva internazionale, vengono proposte due alternative :
(i) Unità di riserva, che resta
di proprietà dello Stato membro che ne può disporre in modo libero ed
automatico senza obbligo di restituzione ;
(ii) Diritti di prelievo, il cui
prelievo, analogamente alla gold tranche risulta
non-automatico e condizionale, e sottoposto all’obbligo di restituzione.
Si susseguono così il Rapporto OSSOLA,
dal nome del presidente del comitato (Rinaldo Ossola), del maggio 1965, ed il Rapporto
EMMINGER (da Otmar Emminger, della Bundesbank), del luglio 1966.
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Agosto 1966
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Il Wp3 pubblica il rapporto finale sul "Processo
di aggiustamento della Bilancia dei Pagamenti".
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2 giugno 1967
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La Francia cessa di partecipare al pool dell’oro. Di fatto è la prima
incrinatura che si manifesta nel fronte delle potenze monetarie schierate a
tutela del $.
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Settembre 1967
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A Rio de Janeiro, nel corso della riunione annuale
del Fmi viene approvata una bozza che verrà adottata come base di discussione
per il 1° emendamento dello statuto.
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Marzo 1968
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A causa di forti tensioni speculative, nel corso di
una riunione a Washington viene deciso di sciogliere il pool dell’oro. I rappresentanti del
pool esprimevano così la convinzione che l’oro andava utilizzato solo per le
operazioni di politica monetaria e non più per effettuare operazioni di
compravendita sui mercati. Rimase la possibilità di transazioni in oro direttamente
fra le banche centrali, ma tale possibilità di fatto si estinguerà con la cessazione della convertibilità in oro del
$ nel 1971.
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Di fatto lo scioglimento del pool dell’oro segnava la fine del
ruolo monetario internazionale dell’oro, in quanto gli USA non si impegnavano
più a cambiare liberamente in oro - su domanda delle banche centrali - i
dollari. Escludendo la possibilità di effettuare operazioni sui mercati per
mantenere il valore del $ in oro si impediva anche che le manovre speculative
potessero avere un effetto diretto sui mercati dei tassi di cambio.
In parte si può affermare che questa decisione
determinerà la possibilità di giungere alla flessibilità dei cambi senza
compromettere la stabilità del sistema monetario nel suo complesso.
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28 luglio 1969
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Entra in vigore il 1° emendamento del Fmi :
· viene
istituito un "Conto Speciale di Prelievo" che si aggiunge al Conto
Generale ;
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Le trattative portarono ad accettare il principio
della partecipazione di tutti i membri del Fondo alle nuove attività
introdotte (mentre inizialmente si propendeva per una partecipazione dei soli
Stati economicamente più avanzati).
Per quanto attiene alle nuove attività che si andava
a creare, si riconobbe che non sarebbe stato realistico attendersi che
avrebbero potuto sostituire il dollaro e la sterlina, pertanto esse avrebbero
integrato le attività già esistenti.
Infine, anche e soprattutto in forza di una decisa
adesione Francese manifestatasi a Rio, venne approvata la formula dei Dsp.
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1970-71
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Negli ultimi mesi degli anni ’60 il deficit
americano, aiutato soprattutto da ingenti capitali finanziari frutto di
prestiti rastrellati sul mercato degli eurodollari dalle filiali estere delle
banche americane, aveva subito una positiva riduzione.
All’avvio del 1970, tuttavia, tre fattori
influenzarono profondamente l’andamento del deficit di BdP degli USA :
1) innanzitutto le banche americane iniziarono a
restituire i prestiti contratti sul mercato degli eurodollari ;
2) in secondo luogo gli speculatori, temendo una
svalutazione del $, iniziarono a vendere dollari contro altre valute;
3) per lo stesso motivo gli esportatori americani
cominciarono a concedere sempre più larghe dilazioni di pagamento, mentre gli
importatori strinsero al minimo i termini di pagamento.
Questi tre motivi si sommarono provocando una
fuoriuscita di capitali dagli Stati Uniti che inondò i mercati internazionali
determinando uno dei più gravi squilibri del sistema monetario
internazionale.
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I motivi esposti accanto avevano determinato un
grave squilibrio nel sistema monetario internazionale. I meccanismi di
Bretton Woods prevedevano che a tale squilibrio avrebbero dovuto rispondere
gli altri paesi, operando per mantenere alto il valore del $. Nel marzo 1971,
tuttavia, forti flussi speculativi obbligarono la BundesBank (BuBe) ad
acquistare sempre maggiori quantità di $ (1 mld fra il 3 e 4 maggio, 1 mld
nei primi 40minn. di negoziazione del 5 maggio!) fino a costringerla a
ritirarsi dal mercato. Le banche centrali di Austria, Belgio, Olanda e
Svizzera si ritirarono quella stessa mattina. Quando le previsioni per i
flussi commerciali degli USA si rivelarono peggiori del previsto il deficit
ne subì le profonde ripercussioni. La convinzione che la svalutazione del $
avrebbe messo a repentaglio la stabilità del sistema monetario nel suo
complesso stava gravemente ritardando una decisione che sempre più si
rivelava assolutamente necessaria: la libera fluttuazione del $.
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15 agosto 1971
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L’obiettivo essenziale, dal punto di vista
americano, era di rendere il $ meno attraente, costringendo quindi le
autorità monetarie degli altri paesi a modificare i rispettivi tassi di
cambio, ovvero a lasciar fluttuare liberamente i valori di cambio.
Da un altro punto di vista, la decisione permetteva
a Nixon di risolvere il problema del pesante deficit americano scaricandolo
sugli altri paesi, rendendo più competitive le merci statunitensi e quindi
permettendo di riassorbire la disoccupazione interna.
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Per rinforzare gli effetti sulla BdP le autorità
statunitensi applicano una ulteriore soprattassa sulle importazioni, che
viene duramente criticata dagli altri Stati.
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La strategia messa in atto dagli Stati Uniti
all’indomani della decisione è attendistica: lasciando l’iniziativa agli
altri Stati si aspettano una variazione dei tassi di cambio a loro
favorevole.
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18 dicembre 1971
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Nel corso di un forum del G10 viene operato, per la prima volta, unriallineamento
delle parità su base multilaterale (mentre prima si prevedeva
l’aggiustamento di una parità per volta), giungendo cosìall’Accordo Smithsoniano (dal
nome dello Smithsonian Institute a Washington, dove si svolge l’incontro). In
cambio dell’abolizione della soprattassa sulle importazioni gli altri paesi
accettano :
· un
riallineamento dei tassi centrali che implica una svalutazione del $ ;
· l’ampliamento
del margine di fluttuazione attorno alla parità centrale dall’1% al
2,25% ;
· l’innalzamento
del prezzo dell’oro (da 35$/oncia a 38$/oncia), a dimostrare che il
riallineamento è una svalutazione del $.
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Il riallineamento delle parità centrali comportò,
concretamente, una rivalutazione delle altre valute nelle seguenti
misure :
Il regime monetario che nasce dall’accordo
Smithsoniano può essere definito come dollar standard, in
quanto le valute mantengono la loro convertibilità in dollari, mentre il
dollaro non è convertibile in nessuna altra attività di conto internazionale.
Gli elementi essenziali di questo sistema erano : (i) meccanismi
multilaterali di fissazione delle parità e (ii) rimozione dell’impossibilità
di svalutazione del dollaro.
E’ interessante notare che gli USA escono
sostanzialmente sconfitti dai negoziati Smithsoniani. Soprattutto
l’atteggiamento dei paesi CEE aveva deluso le autorità statunitensi che, da questo
momento, cercheranno di sminuire il ruolo del G10 cercando un diverso luogo di
negoziazione in cui i paesi CEE ricoprissero un ruolo minore. Negli anni ’70,
di fatto, il G5 avrebbe preso il posto che negli anni ’60 era ricoperto dal
G10.
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Problemi per le valute europee
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Il margine di variazione delle valute intorno alla
parità centrale, fissata in $, permetteva un’oscillazione effettiva pari al
4,5% di ogni valuta. Ciò poteva inoltre significare che fra due monete
europee vi poteva essere un’oscillazione del 9% (se la moneta A si trova al
proprio margine superiore e la moneta B si trova al proprio margine
inferiore) senza alcun intervento da parte delle rispettive banche centrali.
Margine che andava considerato eccessivo nell’ambito di un sistema che
tendeva all’integrazione come quello della CEE.
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Marzo 1972
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Diviene così operativo il Serpente Monetario
Europeo, che prevede un margine ristretto di oscillazione fra le monete
europee aderenti.
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Il sistema del serpente comunitario prevedeva
l’introduzione di un numerario comune (basato su un paniere delle varie
valute ) rispetto al quale misurare la variazione dei tassi di cambio
fra le valute europee. I meccanismi di aggiustamento dovevano entrare in
funzione quando la differenza fra due valute superava la soglia del 2,25%.
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Marzo 1972
Maggio 1972
Giugno 1972
Marzo 1973
Febbraio 1973
Gennaio 1974
Luglio 1975
Marzo 1976
Agosto 1977
1979
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- Il serpente diviene operativo per i 6 paesi
originari della CEE
- I nuovi membri della CEE (GB, Danimarca e Irlanda), e la Norvegia, aderiscono al serpente
- I nuovi membri si ritirano dal serpente in
seguito alla decisione di lasciar fluttuare la sterlina
- La Svezia aderisce al serpente
- L’Italia abbandona il serpente
- La Francia abbandona il serpente
- La Francia rientra nel serpente
- La Francia abbandona definitivamente il
serpente
- La Svezia abbandona il serpente
Alla creazione dello SME partecipavano al serpente
Germania, Benelux, Danimarca e Norvegia
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23 giugno 1972
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Viene decisa la libera fluttuazione della
sterlina.
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La decisione del cancelliere britannico Barber porta
alla fine dell’area della sterlina. La sterlina esce non solo dal serpente
monetario, ma anche dal tunnel delle parità fissato dall’Accordo
Smithsoniano.
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Le decisioni inerenti la svalutazione del $ si
rivelano, ben presto, insufficienti, ed una nuova ondata di speculazioni
investì i mercati delle valute.
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I motivi principali che favorirono le ondate
speculative furono:
a) le autorità
monetarie degli USA erano rimaste deluse dall’entità dei riallineamenti
stabiliti nell’accordo Smithsoniano, ed anzi alcune importanti personalità
erano favorevoli alla libera fluttuazione del $;
b) se il $
avesse subito un’ulteriore svalutazione ciò avrebbe comportato delle perdite
per le autorità monetarie straniere che avessero avuto una parte consistente
di riserve in quella valuta, pertanto le banche centrali erano maldisposte ad
acquistare $ per mantenerne alto il valore;
c) Germania e
Giappone, viceversa, per mantenere il controllo delle parità fissate allo
Smithsonian, stavano accumulando riserve di $ ad un ritmo incompatibile con
gli obiettivi interni di liquidità;
d) il deficit di
BdP statunitense rispose con ritardo alla svalutazione decisa allo
Smithsonian (effetto J), mantenendo lo stato di tensione sulla valuta
statunitense;
e) infine il
sistema delle parità fisse concordate multilateralmente appariva poco
credibile per rivelarsi affidabile.
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10 febbraio 1973
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Un fiume di $ investe i mercati dei cambi : le
autorità giapponesi chiudono il mercato e sospendono ogni forma di sostegno
al dollaro.
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Gli USA risolvono la 1a crisi del
1973 — senza consultare nessuno — svalutando il dollaro
del 10% rispetto all’oro che passa da 38 a 42,2$/oncia. Alla svalutazione
segue un riallineamento delle parità centrali attraverso un negoziato
multilaterale. Restano fuori Yen e Lira che vengono lasciati fluttuare
liberamente.
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Nonostante il riallineamento, le speculazioni contro
il $ continuano.
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Marzo 1973
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14 paesi
industrializzati (inclusi tutti i paesi CEE) riuniti a Parigi decretano la fine
del dollar standard e l’abbandono del regime di tassi
fissi stabilito nell’ambito dell’Accordo Smithsoniano.
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Inizialmente l’atteggiamento delle autorità
monetarie era decisamente quello di considerare la flessibilità dei cambi
come una situazione temporanea alla quale sarebbe stato necessario trovare un
rimedio. In breve tempo, tuttavia, ci si avvide che gli scarti fra i tassi di
acquisto e di vendita sui cambi si erano assestati su valori inferiori alle
aspettative. Si cominciò a capire che la libera fluttuazione del $ sui
mercati non avrebbe poi prodotto gli sconquassi che ci si aspettava.
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Luglio 1973
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I governatori delle principali banche centrali
riuniti a Basilea decidono di riprendere gli aiuti a sostegno del dollaro.
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Alla pubblicazione dei dati sull’andamento deficit
americano nel primo trimestre, che rivelavano i primi effetti della
svalutazione della moneta americana, la fiducia dei mercati sul dollaro
riprese decisamente.
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Ottobre 1973
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1° shock petrolifero. Nel giro di poco più di una notte la quadruplicazione dei prezzi del
petrolio fece sparire in un solo colpo tutte le preoccupazioni inerenti il
valore del $.
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L’aumento del prezzo del petrolio, trattato
essenzialmente in dollari, fece aumentare enormemente le necessità mondiali
di $ per acquistare le medesime quantità di petrolio. Ciò rese
improvvisamente scarso un bene che fino a quel momento sembrava eccedente: la
valuta americana. Secondo le parole di Hayes, presidente della FED fino al
1975 :
"Prima dell’esplosione della crisi petrolifera
il problema dei dollari eccedenti in circolazione rappresentava una questione
tra le più controverse a livello internazionale. In seguito, dal momento che
i paesi importatori di petrolio si resero conto del fatto che detenere
riserve in dollari costituiva più una benedizione che un fastidio, il
problema sembrò dissolversi."
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1° agosto 1975
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La decisione di adottare un sistema di cambi
flessibili rischiava di svuotare completamente il ruolo del Fmi, al quale
viene pertanto attribuita la funzione, che si definisce via via con il
passare del tempo, di gestione dell’aggiustamento strutturale dei paesi del
Terzo Mondo.
Il primo atto di questa nuova politica sarà la
creazione di un conto sussidiario, denominato "Oil
Facility", destinato ad assistere i membri del fondo più
gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi petroliferi.
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E’ interessante notare come le difficoltà inerenti
l’aumentato prezzo del petrolio si siano ridistribuite in misura molto
differente fra i vari paesi in proporzione alle rispettive capacità di
autonomia dagli approvvigionamenti esterni.
Grado di
autosufficienza energetica:
Italia 15%
Germania 40%
USA 15%
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5 settembre 1974
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La BundesBank concede all’Italia — in situazione
finanziaria fallimentare — un prestito di 2 mlrd di $, a garanzia del quale
vengono vincolate due tonnellate d’oro delle riserve auree della Banca
d’Italia.
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Il prezzo di riferimento scelto per la garanzia è
pari a 149$/oncia.
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31 agosto 1975
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Primo vertice del G5 a Washington: si decide di
cancellare il prezzo ufficiale dell’oro (ancorato a 42,2$/oncia). Le banche
centrali sono così autorizzate a comprare e vendere liberamente l’oro.
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Fra il gennaio ed il dicembre 1975 il prezzo di
mercato dell’oro passa da 186 a 140$/oncia. Nel corso del vertice del G5
viene anche deciso di vendere 1/6 delle riserve del Fmi in oro. Dal momento
in cui il pacchetto di decisioni avrebbe acquistato valore legale, inoltre, le
riserve nazionali avrebbero dovuto essere espresse in Dsp e non più in oro.
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15 novembre 1975
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Si tiene il summit di Rambouillet,
nel corso del quale la Francia rinuncia alle pretese di riformare il sistema
monetario verso un sistema di cambi fissi aggiustabili. Si decide quindi di
continuare nell’esperienza della fluttuazione dei cambi, e con queste
posizioni ci si avvia al vertice Fmi di Giamaica.
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D’altro canto la proposta francese, avversata dagli
USA, per il gioco dei voti ponderati avrebbe
necessitato dell’85% dei voti in sede Fmi per passare.
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Gennaio 1976
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Si tiene la Conferenza di Giamaica del
Fmi, nel corso della quale viene approvato il 2° emendamento del Fmi (1°
aprile 1968). Essenzialmente esso stabilisce :
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In pratica la Conferenza di Giamaica servì a dare un
assetto normativo ad una situazione di fatto che si era andata creando a
partire dagli accordi smithsoniani fino al primo shock petrolifero.
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16 luglio 1976
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Nel corso di una conferenza stampa a Washington il
cancelliere tedesco Helmut Schmidt rivela l’esistenza di un accordo segreto
concluso durante il vertice di Portorico (27-28 giugno) tra USA, Gran
Bretagna, Germania e Francia per togliere all’Italia ogni appoggio
finanziario nel caso in cui i comunisti entrino a far parte del nuovo
governo.
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La rivelazione di Schmidt avveniva subito dopo le
elezioni, tenutesi il 20-21 giugno, ma prima della formazione del nuovo
governo. Nel settembre 1976 la Germania rinnova il prestito concesso nel 1974
mantenendo inalterata la garanzia aurea ma riducendo l’importo del prestito
da 2 mlrd di $ a 1,5 mlrd.
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Settembre 1977
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Nel corso dell’ultima settimana del mese aumentano i
disordini sui mercati dei cambi conseguenti ad un indebolimento del dollaro,
dovuti essenzialmente alla crescita del deficit statunitense.
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In una dichiarazione del dicembre 1977 Carter
affermerà che i due motivi essenziali che sembrano determinare la debolezza
del $ sono :
1) eccessive importazioni statunitensi di petrolio
2) lento tasso di crescita delle economie
occidentali (soprattutto tedesca e giapponese).
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Gennaio 1978
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La Bundesbank attiva una swap line con
la Fed per sostenere il tasso di cambio del $.
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A partire dal 4 gennaio la Fed aveva deciso di
abbandonare la politica di benign neglect (ovvero di laissez-faire sul
mercato dei cambi) e di intervenire energicamente per sostenere il tasso di
cambio della valuta statunitense.
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1° novembre 1978
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L’amministrazione Carter avvia un pacchetto di misure intese a contenere il deficit
americano :
a) riduzione della crescita dei salari (d’accordo
con i sindacati)
b) blocco dei prezzi da parte delle imprese
c) impegno del Governo a stabilizzare la spesa pubblica
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Alcuni elementi di questa nuova crisi del dollaro
vanno notati :
i) la crisi, come nel 1973, coincide con un nuovo
shock petrolifero
ii) la fiducia che la svalutazione del $ possa far
rientrare il deficit attraverso una riduzione dei flussi commerciali sembra
diminuire
iii) l’economia statunitense sembra dipendere sempre
di più dalle importazioni, sia di petrolio, ma anche paradossalmente di
automobili ed altri beni di largo consumo personale e familiare.
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Marzo 1979
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Entra in vigore il Sistema Monetario Europeo
(SME), che intendeva rispondere alle esigenze di una maggiore stabilità
nei cambi fra le monete dei paesi CEE, necessaria ai progetti di convergenza
economica tesa all’Unione Monetaria.
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Lo SME intendeva riprendere i principi fondamentali
stabiliti nello schema delserpente monetario. Vengono stabiliti però
due diversi margini di fluttuazione per le monete più stabili (fissati a
2,25%) e per le monete più deboli (come la lira, libera di fluttuare fino al
6% intorno alla parità centrale misurata in termini di ECU - European
Currency Unit).
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25 aprile 1980
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Continua, nel frattempo, la politica di revisione
delle competenze del Fondo. L’interim commitee stabilisce che
l’Fmi deve acquisire un ruolo crescente nell’aggiustamento e nel finanziamento
degli squilibri di bilancio, fornendo assistenza per periodi più lunghi
ed in misura più consistente.
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Contemporaneamente, con decisione presa il 17
settembre (efficace dal 1° gennaio 1981), il Fmi decide di unificare il
sistema di calcolo del valore dei Dspadottando un paniere composto dalle valute
dei 5 membri che hanno registrato le maggiori esportazioni nel periodo
1975-79: $ USA, Sterlina inglese, Franco francese, Marco tedesco e Yen
giapponese.
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1981
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L’amministrazione Reagan riprende in pieno la politica di benign neglect .
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Una serie di misure di politica monetaria
deflazionistica e di politica fiscale espansiva mal coordinate dal presidente
con il Congresso portano ad un apprezzamento del $ sui mercati internazionali
che mal si coniugava con la politica liberista di Reagan. I prodotti
commerciali statunitensi divenivano sempre meno competitivi sui mercati
mondiali e ci si aspettava sempre più una svalutazione del $ che invece non
avvenne (se non, in minima misura, nel 1985). Probabilmente la tenuta del $ è
da attribuirsi agli alti tassi di interesse praticati dalla Fed, che riteneva
la politica fiscale troppo espansiva per le circostanze dell’epoca. Risultò
chiaro che né la politica fiscale né quella monetaria si proponevano misure
di politica esterna.
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13 Agosto 1982
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Il governo Messicano dichiara l’inabilità al
servizio del debito. Scoppia così, in tutta la sua gravità, il problema
del Debito Estero dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS).
Nei mesi immediatamente successivi il Fmi avvierà i
piani di aggiustamento strutturale (PAS) nel tentativo di affrontare il
ripianamento delle difficoltà di BdP del Messico e di altri PVS con problemi
di indebitamento.
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L’improvviso rialzo del valore del $ e dei tassi di
interesse statunitensi (cui, attraverso il LIBOR, sono indicizzati i prestiti
ottenuti dalla maggior parte dei PVS) rende praticamente impossibile la
restituzione dei prestiti contratti sul mercato degli eurodollari.
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22 settembre 1985
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Il G5 tiene il summit dell’Hotel Plaza di
New York, al termine del quale diviene chiaro che gli USA, sotto la spinta
del ministro del Tesoro James Baker, avevano deciso di abbandonare la
politica del benign neglect e rilanciavano un progetto
coordinato fra i 5 finalizzato a ridurre il valore del $.
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E’ interessante notare che una decisione chiave come
quella dell’Hotel Plaza sia stata presa in seno al G5 invece che nell’ambito
del Fmi, cui spettava la responsabilità della sorveglianza dei tassi di
cambio. Risalta soprattutto un’opinione espressa da Paul Volker, allora
presidente della Fed: "I
problemi principali riguardano innanzitutto un piccolo gruppo di potenze, se
le monete di tali paesi sono ragionevolmente stabili tutto il resto può
essere sistemato di conseguenza".
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Poiché la decisione dell’Hotel Plaza si inseriva
appieno nella tendenza prevalente dei mercati valutari in quel momento (driving
the rate), non tardò ad ottenere gli effetti sperati: già nel marzo 1986
il dollaro si era deprezzato del 13% rispetto al settembre 1985.
Ma la collaborazione fra gli USA e Germania e
Giappone non era destinata a durare a lungo in quanto gli USA non sembrarono,
da quel momento, essere seriamente intenzionati a ridurre il profondo deficit
di bilancia estera, né Germania e Giappone sembravano intenzionati da parte
loro ad impegnarsi per modificare i loro sostanziali surplus.
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2 dicembre 1985
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Il Fmi esprime pieno appoggio alla proposta del Piano
Baker per la soluzione del problema del Debito estero dei PVS.
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Il piano Baker prevedeva un misto di riconversione
monetaria del debito attraverso i Debt Equity Swaps e di
riduzione nominale del debito, sottoposti tuttavia all’attuazione delle
misure di aggiustamento strutturale (i PAS) proposte dal Fmi.
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27 marzo 1986
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Il Fmi, espandendo ulteriormente le sue competenze
nei riguardi della questione del Debito estero, stabilisce la creazione di un
nuovo conto ausiliare ad hoc : nasce così la "Structural
Adjustment Facility", destinata a fornire assistenza a termini
di concessione nei confronti dei PVS a basso reddito.
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Maggio 1986
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Il Summit di Tokyo rivela le
divergenze fra le potenze economiche in merito alla riorganizzazione del
sistema monetario internazionale. E’ soprattutto la decisione di sottolineare
il ruolo del Fmi nell’ambito della sorveglianza sui tassi di cambio,
nettamente contrastante con quanto stabilito nel summit di Tokyo, a rivelare
i disaccordi e le indecisioni in seno al G5.
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Un’altra decisione presa a Tokyo definiva una serie
di indicatori che dovevano essere considerati al centro dell’attenzione dei policymakers:
(1) crescita del PIL, (2) Inflazione, (3) tassi d’interesse, (4)
disoccupazione, (5) deficit pubblico, (6) saldo commerciale e (7) di conto
corrente, (8) crescita monetaria, (9) riserve, (10) tasso di cambio.
Fra questi, tuttavia, il tasso di cambio non
riceveva alcuna enfasi particolare.
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Vari incontri e summit si succedettero nel periodo
immediatamente successivo al summit di Tokyo, ma visti globalmente non fecero
che confermare le divergenze sulla visione del sistema monetario che
intercorreva fra la Germania e le economie della CEE da un lato e gli Stati
Uniti dall’altro, con il Giappone che talvolta aderiva alla linea della
Germania, talaltra sembrava riavvicinarsi alle richieste statunitensi.
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Ottobre 1987
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Di fronte alla mancanza di un coordinamento fra le
politiche condotte dalle maggiori potenze economiche il mercato reagisce con
il crollo di Wall Street, uno dei più gravi disordini finanziari
degli ultimi anni.
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Il $ continuò a deprezzarsi e, da una quotazione al
22 ottobre di 1,82 marchi e 144 yen, passò a 1,60 marchi e 123 yen. A partire
dal 28 dicembre, tuttavia, soprattutto per iniziativa del Giappone, che stava
acquisendo un ruolo preponderante di locomotiva dell’economia mondiale, si
ebbe una ripresa del $.
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29 dicembre 1987
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La Structural Adjustment Facility viene rinforzata
nella "Enhanced Structural Adjustment Facility" (ESAF)
allo scopo di assistere specificamente i PVS gravemente indebitati disposti a
sottostare ad un duro programma di aggiustamento triennale.
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3-4 aprile 1989
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L’interim committee chiede ufficialmente
al Consiglio dei Governatori di considerare le proposte di riduzione del
debito dei PVS nell’ambito delPiano Brady.
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In risposta alle proposte dell’interim committee,
il Consiglio Esecutivo, il 23 maggio, adotta delle linee guida che condizionano
strettamente le strategie di supporto alla riduzione del debito dei PVS
all’adozione, da parte loro, di programmi di aggiustamento a medio termine
contenenti elementi di riforma strutturale.
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Maggio 1990
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L’interim committee propone al Consiglio Esecutivo la bozza per un 3° emendamento.
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Aprile-Maggio 1992
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Il comitato esecutivo del Fmi approva l’adesione di
molti paesi già appartenenti all’URSS.
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Nell’aprile del 1993 verrà creato un conto ad
hoc per i paesi ex-socialisti in transizione verso
l’economia di mercato: la "Systemic Transformation
Facility" (STF).
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Settembre 1992
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Un forte attacco di origine speculativa costringe
diverse valute europee (Lira, Sterlina, Dracma, Peseta ed Escudo) dapprima ad
una sostanziosa svalutazione e poi a sospendere la partecipazione allo SME.
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Il franco francese si salva dalla tempesta soltanto
grazie al forte appoggio garantito dalla Bundesbank, che sembra spaventare ed
indurre alla ritirata gli speculatori.
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Novembre 1992
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Viene adottato il 3° emendamento del Fmi che
prevede la sospensione dal diritto di voto e dagli altri diritti spettanti ai
membri per coloro che non abbiano rispettato gli impegni assunti nei
confronti del fondo.
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Marzo-Maggio 1994
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13 paesi dell’Africa Sub-Sahariana appartenenti
all’area del franco CFA stabiliscono un riallineamento delle loro valute con
un deprezzamento del 50%.
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6 giugno 1994
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Per la prima volta dalla sua creazione viene
innovata in modo sostanziale la struttura del Fmi con l’introduzione di 3
Amministratori Delegati (Deputy Managing Director).
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1° febbraio 1995
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In risposta alla crisi monetaria Messicana (insorta
fra la fine del 1994 e la prima metà del febbraio 1995) il fondo stanzia 12,1
miliardi di Dsp, il più grande impegno finanziario nella storia del Fmi.
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Una nota interessante in questo caso riguarda la rapidità
da record con cui il fondo ha disposto l’intervento in salvataggio del
Messico, che aveva poco prima firmato l’accordo NAFTA con gli USA ed il
Canada.
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26 marzo 1996
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Il Consiglio Esecutivo approva un accordo di
prestito con la Russia pari a 6,9 miliardi di Dsp.
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