mercoledì 13 aprile 2016

Il FMI e il sistema monetario internazionale




l sistema monetario internazionale
da Bretton Woods ai giorni nostri
Anno/ Periodo
Eventi
Considerazioni e note
Luglio 1944
Bretton Woods, nel New Hampshire (USA), durante la Conferenza Finanziaria e Monetaria delle Nazioni Uniteviene siglato l’Accordo che istituisce il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Birs).

L’accordo diverrà esecutivo il 27 dicembre 1945, dopo la firma di 29 governi rappresentanti l’80% delle quote originali. L’Fmi inizierà le operazioni il 1° marzo 1947.
Alla Conferenza di Bretton Woods i due maggiori alleati atlantici, USA e GB, giunsero con una differente visione della risistemazione del Sistema Monetario: la GB sosteneva il Piano Keynes, che prevedeva un’opzione Banca Mondiale Centrale, dotata di forti poteri autonomi. Questa visione soccombette però alla posizione degli USA, i quali invece sostenevano il Piano White, che alla lunga rendeva il Fmi maggiormente dipendente dai poteri decisionali delle maggiori potenze economiche. Tuttavia il piano Keynes, che conteneva proposte che anticipavano lo schema dei Diritti Speciali di Prelievo, sarebbe risultato determinante nelle successive evoluzioni del Fmi.

Il Fmi assume due ruoli:
1. stabilisce un codice di comportamento ai paesi membri per le relazioni inerenti le restrizioni al commercio internazionale e al tasso di cambio;
2. ricopre la funzione di istituzione finanziaria internazionale per fornire risorse finanziarie ai membri che ne necessitino.
Inoltre :
- interviene su questioni di carattere finanziario
- può svolgere indagini sul comportamento dei membri
- indica linee di condotta per la politica interna dei membri
Il Voto Ponderato è una caratteristica specifica del Fmi:
il voto dato ad ogni singolo governatore o direttore esecutivo è funzione del peso relativo della quota depositata (vedi allegato).
Struttura del Fmi:
http://web.tiscali.it/lucamanunta/images/fmi_struct.gif

Le decisioni del Fmi sono subordinate al parere dello Stato membro in due situazioni :
a. fissazione del tasso di parità
b. ammontare della rispettiva quota di partecipazione
Negli altri casi le decisioni sono subordinate al parere della maggioranza espressa in termini di voto ponderato.



Marzo 1947
Il Fmi diviene operativo.
Obiettivo primario del Fondo in questo primo periodo della sua esistenza è quello di garantire la stabilità monetaria internazionale. Ed in effetti in questi anni guiderà le monete europee verso la convertibilità.
Dicembre 1958
Il sistema monetario internazionale progettato a Bretton Woods entra finalmente in funzione: 13 paesi dell’Europa occidentale si impegnano contemporaneamente a garantire la convertibilità dei conti correnti detenuti da non residenti.
Il Sistema di Bretton Woods si basa sui cambi fissi. Ad intervalli regolari ogni singolo paese che ha aderito al sistema negozia direttamente con il Fmi il proprio livello di cambio (parità centrale) rispetto al dollaro (ufficialmente rispetto all’oro), dopodiché si impegna a mantenere tale livello di cambio attraverso due tipi di azioni :
1) transazioni dirette fra banche centrali;
2) transazioni ufficiali sul mercato dei cambi.
L’Accordo di Bretton Woods, invece, vieta esplicitamente l’imposizione di controlli sul mercato dei cambi.
La moneta può fluttuare intorno alla parità centrale di un valore non superiore all’1%. Al di là di questo valore le autorità monetarie del paese sono chiamate ad intervenire.


Il sistema di Bretton Woods è imperniato sul mantenimento della parità fra $ e oro (stabilita a 35$ l’oncia). Questo significa che le autorità monetarie statunitensi si impegnavano a cambiare qualsiasi quantità di $ nell’equivalente in oro. In tal modo il $ si afferma come unità di cambio internazionale, e viene utilizzata per tutte le transazioni.
1960-1970
L’impetuosa crescita del commercio internazionale rende necessario aumentare la liquidità internazionale.
Tassi di crescita del commercio internazionale :
- 1920-40.......2%
- 1948-60.......6%
Gli USA cominciano a far defluire consistenti ammontari di $ verso le economie industrializzate, la liquidità internazionale aumenta ad un ritmo crescente :
- 1950-59.......1,6%
- 1960-65.......3 %
- 1967-68.......7,5%
Mentre le valute impegnate alla convertibilità sono obbligate ad effettuare le transazioni necessarie a mantenere le parità assegnate, il $ non deve far altro che garantire la convertibilità in oro. La sterlina inglese invece è chiamata ad un duplice compito, da un lato costituisce unità di cambio per le valute afferenti l’area della sterlina, dall’altro è impegnata a mantenere una parità fissa rispetto al $ (fissata a 2,8$ per una sterlina, e mantenuta tale fino al novembre 1967, quando difficoltà di bilancia estera costringono ad un riallineamento a 2,4$ per sterlina).

I deflussi di capitali dagli USA provocano due effetti :
· consistenti deficit di Bilancia dei Pagamenti
· sopravvalutazione del $.
I deficit di BdP degli USA si rivelarono da subito fortemente destabilizzanti, come dimostrerà la prima crisi del 1960. Per tale motivo il presidente Kennedy dichiarò che, ove necessario, gli USA avrebbero fatto ricorso alle risorse del Fmi per acquistare valute straniere al fine di riacquistare dollari e contenere l’espansione del deficit.
A rinforzare tale determinazione vennero, nel settembre 1961, gli Accordi Generali di Prestito (General Agreements to Borrow- GAB) in base ai quali le maggiori potenze economiche si impegnavano a fornire risorse al Fondo al fine di far fronte ad impegni finanziari particolarmente gravosi. Benché gli USA non abbiano mai fatto ricorso a tali sostanziosi strumenti, si deve ritenere che l’impegno comune delle potenze economiche abbia impedito lo svilupparsi di manovre speculative contro il $.
20 Ottobre 1960
Prima crisi del dollaro: il prezzo dell’oro in $ sul mercato di Londra sale a 38-40$/oncia. Viene perciò creato il pool dell’oro (con la partecipazione della Fed e delle banche centrali di Belgio, Francia, Germania Federale, Italia, Svizzera, Olanda e Gran Bretagna) che delega la Banca d’Inghilterra ad effettuare operazioni di compravendita in oro sul mercato al fine di mantenerne stabile il prezzo.
Nell’immediato la crisi venne superata grazie alla ferma intenzione manifestata dal governo USA di mantenere immutata la parità del $ in oro.
In seguito il pool dell’oro si dimostrò di considerevole efficacia, tanto che il prezzo dell’oro sulla piazza di Londra non superò mai i 35,5$/oncia.
1961
L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) rimpiazza la precedente OECE (Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica), nata per gestire i fondi assegnati dal Piano Marshall.
Nell’ambito del Comitato per la Politica Economica dell’OCSE viene costituita una sottocommissione denominata Working Party n.3 (Wp3) con lo scopo di vagliare le politiche monetarie e fiscali dei paesi membri e la loro coerenza con la situazione economica contingente, la cui composizione è limitata ai 10 paesi membri più influenti.
Settembre 1963
Il "Gruppo dei Dieci" (G10), composto dagli stessi membri del Wp3costituisce un "Comitato dei Delegati" avente il compito di effettuare un’analisi del funzionamento e delle prospettive del sistema monetario internazionale.

Giugno 1964
Il G10, sulla scorta delle indicazioni fornite dal Comitato, propone:
(1) l’aumento delle quote Fmi e
(2)
 un’effettiva "sorveglianza multilaterale" tesa a scoprire criteri e modalità di finanziamento degli squilibri di bilancia dei pagamenti..


Inoltre avvia due progetti di ricerca, (a) sul "processo di aggiustamento delle B.d.P." e (b) sull’analisi delle possibilità di introdurre una nuova attività di riserva internazionale ovvero di istituzionalizzare la gold tranche
Riguardo le possibilità di introdurre una nuova attività di riserva internazionale, vengono proposte due alternative :
(i) Unità di riserva, che resta di proprietà dello Stato membro che ne può disporre in modo libero ed automatico senza obbligo di restituzione ;
(ii) Diritti di prelievo, il cui prelievo, analogamente alla gold tranche risulta non-automatico e condizionale, e sottoposto all’obbligo di restituzione.
Si susseguono così il Rapporto OSSOLA, dal nome del presidente del comitato (Rinaldo Ossola), del maggio 1965, ed il Rapporto EMMINGER (da Otmar Emminger, della Bundesbank), del luglio 1966.
Agosto 1966
Il Wp3 pubblica il rapporto finale sul "Processo di aggiustamento della Bilancia dei Pagamenti".

2 giugno 1967
La Francia cessa di partecipare al pool dell’oro. Di fatto è la prima incrinatura che si manifesta nel fronte delle potenze monetarie schierate a tutela del $.

Settembre 1967
A Rio de Janeiro, nel corso della riunione annuale del Fmi viene approvata una bozza che verrà adottata come base di discussione per il 1° emendamento dello statuto.

Marzo 1968
A causa di forti tensioni speculative, nel corso di una riunione a Washington viene deciso di sciogliere il pool dell’oro. I rappresentanti del pool esprimevano così la convinzione che l’oro andava utilizzato solo per le operazioni di politica monetaria e non più per effettuare operazioni di compravendita sui mercati. Rimase la possibilità di transazioni in oro direttamente fra le banche centrali, ma tale possibilità di fatto si estinguerà con la cessazione della convertibilità in oro del $ nel 1971.
Di fatto lo scioglimento del pool dell’oro segnava la fine del ruolo monetario internazionale dell’oro, in quanto gli USA non si impegnavano più a cambiare liberamente in oro - su domanda delle banche centrali - i dollari. Escludendo la possibilità di effettuare operazioni sui mercati per mantenere il valore del $ in oro si impediva anche che le manovre speculative potessero avere un effetto diretto sui mercati dei tassi di cambio.
In parte si può affermare che questa decisione determinerà la possibilità di giungere alla flessibilità dei cambi senza compromettere la stabilità del sistema monetario nel suo complesso.
28 luglio 1969
Entra in vigore il 1° emendamento del Fmi :

· viene istituito un "Conto Speciale di Prelievo" che si aggiunge al Conto Generale ;
· viene prevista per l’inizio del 1970 la creazione dei "Diritti Speciali di Prelievo" (Dsp).
Le trattative portarono ad accettare il principio della partecipazione di tutti i membri del Fondo alle nuove attività introdotte (mentre inizialmente si propendeva per una partecipazione dei soli Stati economicamente più avanzati).
Per quanto attiene alle nuove attività che si andava a creare, si riconobbe che non sarebbe stato realistico attendersi che avrebbero potuto sostituire il dollaro e la sterlina, pertanto esse avrebbero integrato le attività già esistenti.
Infine, anche e soprattutto in forza di una decisa adesione Francese manifestatasi a Rio, venne approvata la formula dei Dsp.
1970-71
Negli ultimi mesi degli anni ’60 il deficit americano, aiutato soprattutto da ingenti capitali finanziari frutto di prestiti rastrellati sul mercato degli eurodollari dalle filiali estere delle banche americane, aveva subito una positiva riduzione.
All’avvio del 1970, tuttavia, tre fattori influenzarono profondamente l’andamento del deficit di BdP degli USA :
1) innanzitutto le banche americane iniziarono a restituire i prestiti contratti sul mercato degli eurodollari ;
2) in secondo luogo gli speculatori, temendo una svalutazione del $, iniziarono a vendere dollari contro altre valute;
3) per lo stesso motivo gli esportatori americani cominciarono a concedere sempre più larghe dilazioni di pagamento, mentre gli importatori strinsero al minimo i termini di pagamento.
Questi tre motivi si sommarono provocando una fuoriuscita di capitali dagli Stati Uniti che inondò i mercati internazionali determinando uno dei più gravi squilibri del sistema monetario internazionale.
I motivi esposti accanto avevano determinato un grave squilibrio nel sistema monetario internazionale. I meccanismi di Bretton Woods prevedevano che a tale squilibrio avrebbero dovuto rispondere gli altri paesi, operando per mantenere alto il valore del $. Nel marzo 1971, tuttavia, forti flussi speculativi obbligarono la BundesBank (BuBe) ad acquistare sempre maggiori quantità di $ (1 mld fra il 3 e 4 maggio, 1 mld nei primi 40minn. di negoziazione del 5 maggio!) fino a costringerla a ritirarsi dal mercato. Le banche centrali di Austria, Belgio, Olanda e Svizzera si ritirarono quella stessa mattina. Quando le previsioni per i flussi commerciali degli USA si rivelarono peggiori del previsto il deficit ne subì le profonde ripercussioni. La convinzione che la svalutazione del $ avrebbe messo a repentaglio la stabilità del sistema monetario nel suo complesso stava gravemente ritardando una decisione che sempre più si rivelava assolutamente necessaria: la libera fluttuazione del $.
15 agosto 1971
Nixon annuncia la sospensione della convertibilità del dollaro (in oro ed altre attività).


L’obiettivo essenziale, dal punto di vista americano, era di rendere il $ meno attraente, costringendo quindi le autorità monetarie degli altri paesi a modificare i rispettivi tassi di cambio, ovvero a lasciar fluttuare liberamente i valori di cambio.
Da un altro punto di vista, la decisione permetteva a Nixon di risolvere il problema del pesante deficit americano scaricandolo sugli altri paesi, rendendo più competitive le merci statunitensi e quindi permettendo di riassorbire la disoccupazione interna.

Per rinforzare gli effetti sulla BdP le autorità statunitensi applicano una ulteriore soprattassa sulle importazioni, che viene duramente criticata dagli altri Stati.
La strategia messa in atto dagli Stati Uniti all’indomani della decisione è attendistica: lasciando l’iniziativa agli altri Stati si aspettano una variazione dei tassi di cambio a loro favorevole.
18 dicembre 1971
Nel corso di un forum del G10 viene operato, per la prima volta, unriallineamento delle parità su base multilaterale (mentre prima si prevedeva l’aggiustamento di una parità per volta), giungendo cosìall’Accordo Smithsoniano (dal nome dello Smithsonian Institute a Washington, dove si svolge l’incontro). In cambio dell’abolizione della soprattassa sulle importazioni gli altri paesi accettano :
· un riallineamento dei tassi centrali che implica una svalutazione del $ ;
· l’ampliamento del margine di fluttuazione attorno alla parità centrale dall’1% al 2,25% ;
· l’innalzamento del prezzo dell’oro (da 35$/oncia a 38$/oncia), a dimostrare che il riallineamento è una svalutazione del $.
Il riallineamento delle parità centrali comportò, concretamente, una rivalutazione delle altre valute nelle seguenti misure :
Franco belga
11,6%
Dollaro canadese
fluttuante
Franco francese
8,6%
Marco tedesco
13,6%
Lira italiana
7,5%
Yen giapponese
16,9%
Fiorino olandese
11,6%
Corona svedese
7,5%
Sterlina inglese
8,6%
Il regime monetario che nasce dall’accordo Smithsoniano può essere definito come dollar standard, in quanto le valute mantengono la loro convertibilità in dollari, mentre il dollaro non è convertibile in nessuna altra attività di conto internazionale. Gli elementi essenziali di questo sistema erano : (i) meccanismi multilaterali di fissazione delle parità e (ii) rimozione dell’impossibilità di svalutazione del dollaro.
E’ interessante notare che gli USA escono sostanzialmente sconfitti dai negoziati Smithsoniani. Soprattutto l’atteggiamento dei paesi CEE aveva deluso le autorità statunitensi che, da questo momento, cercheranno di sminuire il ruolo del G10 cercando un diverso luogo di negoziazione in cui i paesi CEE ricoprissero un ruolo minore. Negli anni ’70, di fatto, il G5 avrebbe preso il posto che negli anni ’60 era ricoperto dal G10.

Problemi per le valute europee
Il margine di variazione delle valute intorno alla parità centrale, fissata in $, permetteva un’oscillazione effettiva pari al 4,5% di ogni valuta. Ciò poteva inoltre significare che fra due monete europee vi poteva essere un’oscillazione del 9% (se la moneta A si trova al proprio margine superiore e la moneta B si trova al proprio margine inferiore) senza alcun intervento da parte delle rispettive banche centrali. Margine che andava considerato eccessivo nell’ambito di un sistema che tendeva all’integrazione come quello della CEE.
Marzo 1972
Diviene così operativo il Serpente Monetario Europeo, che prevede un margine ristretto di oscillazione fra le monete europee aderenti.
Il sistema del serpente comunitario prevedeva l’introduzione di un numerario comune (basato su un paniere delle varie valute ) rispetto al quale misurare la variazione dei tassi di cambio fra le valute europee. I meccanismi di aggiustamento dovevano entrare in funzione quando la differenza fra due valute superava la soglia del 2,25%.

Marzo 1972
Maggio 1972

Giugno 1972

Marzo 1973
Febbraio 1973
Gennaio 1974
Luglio 1975
Marzo 1976
Agosto 1977
1979
- Il serpente diviene operativo per i 6 paesi originari della CEE
- I nuovi membri della CEE (GB, Danimarca e Irlanda), e la Norvegia, aderiscono al serpente
- I nuovi membri si ritirano dal serpente in seguito alla decisione di lasciar fluttuare la sterlina
- La Svezia aderisce al serpente
- L’Italia abbandona il serpente
- La Francia abbandona il serpente
- La Francia rientra nel serpente
- La Francia abbandona definitivamente il serpente
- La Svezia abbandona il serpente
Alla creazione dello SME partecipavano al serpente Germania, Benelux, Danimarca e Norvegia
23 giugno 1972
Viene decisa la libera fluttuazione della sterlina.
La decisione del cancelliere britannico Barber porta alla fine dell’area della sterlina. La sterlina esce non solo dal serpente monetario, ma anche dal tunnel delle parità fissato dall’Accordo Smithsoniano.

Le decisioni inerenti la svalutazione del $ si rivelano, ben presto, insufficienti, ed una nuova ondata di speculazioni investì i mercati delle valute.
I motivi principali che favorirono le ondate speculative furono:
a) le autorità monetarie degli USA erano rimaste deluse dall’entità dei riallineamenti stabiliti nell’accordo Smithsoniano, ed anzi alcune importanti personalità erano favorevoli alla libera fluttuazione del $;
b) se il $ avesse subito un’ulteriore svalutazione ciò avrebbe comportato delle perdite per le autorità monetarie straniere che avessero avuto una parte consistente di riserve in quella valuta, pertanto le banche centrali erano maldisposte ad acquistare $ per mantenerne alto il valore;
c) Germania e Giappone, viceversa, per mantenere il controllo delle parità fissate allo Smithsonian, stavano accumulando riserve di $ ad un ritmo incompatibile con gli obiettivi interni di liquidità;
d) il deficit di BdP statunitense rispose con ritardo alla svalutazione decisa allo Smithsonian (effetto J), mantenendo lo stato di tensione sulla valuta statunitense;
e) infine il sistema delle parità fisse concordate multilateralmente appariva poco credibile per rivelarsi affidabile.
10 febbraio 1973
Un fiume di $ investe i mercati dei cambi : le autorità giapponesi chiudono il mercato e sospendono ogni forma di sostegno al dollaro.
Gli USA risolvono la 1a crisi del 1973 — senza consultare nessuno — svalutando il dollaro del 10% rispetto all’oro che passa da 38 a 42,2$/oncia. Alla svalutazione segue un riallineamento delle parità centrali attraverso un negoziato multilaterale. Restano fuori Yen e Lira che vengono lasciati fluttuare liberamente.

Nonostante il riallineamento, le speculazioni contro il $ continuano.

Marzo 1973
14 paesi industrializzati (inclusi tutti i paesi CEE) riuniti a Parigi decretano la fine del dollar standard e l’abbandono del regime di tassi fissi stabilito nell’ambito dell’Accordo Smithsoniano.


Inizialmente l’atteggiamento delle autorità monetarie era decisamente quello di considerare la flessibilità dei cambi come una situazione temporanea alla quale sarebbe stato necessario trovare un rimedio. In breve tempo, tuttavia, ci si avvide che gli scarti fra i tassi di acquisto e di vendita sui cambi si erano assestati su valori inferiori alle aspettative. Si cominciò a capire che la libera fluttuazione del $ sui mercati non avrebbe poi prodotto gli sconquassi che ci si aspettava.
Luglio 1973
I governatori delle principali banche centrali riuniti a Basilea decidono di riprendere gli aiuti a sostegno del dollaro.
Alla pubblicazione dei dati sull’andamento deficit americano nel primo trimestre, che rivelavano i primi effetti della svalutazione della moneta americana, la fiducia dei mercati sul dollaro riprese decisamente.
Ottobre 1973
1° shock petrolifero. Nel giro di poco più di una notte la quadruplicazione dei prezzi del petrolio fece sparire in un solo colpo tutte le preoccupazioni inerenti il valore del $.
L’aumento del prezzo del petrolio, trattato essenzialmente in dollari, fece aumentare enormemente le necessità mondiali di $ per acquistare le medesime quantità di petrolio. Ciò rese improvvisamente scarso un bene che fino a quel momento sembrava eccedente: la valuta americana. Secondo le parole di Hayes, presidente della FED fino al 1975 :
"Prima dell’esplosione della crisi petrolifera il problema dei dollari eccedenti in circolazione rappresentava una questione tra le più controverse a livello internazionale. In seguito, dal momento che i paesi importatori di petrolio si resero conto del fatto che detenere riserve in dollari costituiva più una benedizione che un fastidio, il problema sembrò dissolversi."






1° agosto 1975
La decisione di adottare un sistema di cambi flessibili rischiava di svuotare completamente il ruolo del Fmi, al quale viene pertanto attribuita la funzione, che si definisce via via con il passare del tempo, di gestione dell’aggiustamento strutturale dei paesi del Terzo Mondo.
Il primo atto di questa nuova politica sarà la creazione di un conto sussidiario, denominato "Oil Facility", destinato ad assistere i membri del fondo più gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi petroliferi.
E’ interessante notare come le difficoltà inerenti l’aumentato prezzo del petrolio si siano ridistribuite in misura molto differente fra i vari paesi in proporzione alle rispettive capacità di autonomia dagli approvvigionamenti esterni.
Grado di autosufficienza energetica:
Italia 15%
Germania 40%
USA 15%
5 settembre 1974
La BundesBank concede all’Italia — in situazione finanziaria fallimentare — un prestito di 2 mlrd di $, a garanzia del quale vengono vincolate due tonnellate d’oro delle riserve auree della Banca d’Italia.
Il prezzo di riferimento scelto per la garanzia è pari a 149$/oncia.
31 agosto 1975
Primo vertice del G5 a Washington: si decide di cancellare il prezzo ufficiale dell’oro (ancorato a 42,2$/oncia). Le banche centrali sono così autorizzate a comprare e vendere liberamente l’oro.
Fra il gennaio ed il dicembre 1975 il prezzo di mercato dell’oro passa da 186 a 140$/oncia. Nel corso del vertice del G5 viene anche deciso di vendere 1/6 delle riserve del Fmi in oro. Dal momento in cui il pacchetto di decisioni avrebbe acquistato valore legale, inoltre, le riserve nazionali avrebbero dovuto essere espresse in Dsp e non più in oro.
15 novembre 1975
Si tiene il summit di Rambouillet, nel corso del quale la Francia rinuncia alle pretese di riformare il sistema monetario verso un sistema di cambi fissi aggiustabili. Si decide quindi di continuare nell’esperienza della fluttuazione dei cambi, e con queste posizioni ci si avvia al vertice Fmi di Giamaica.
D’altro canto la proposta francese, avversata dagli USA, per il gioco dei voti ponderati avrebbe necessitato dell’85% dei voti in sede Fmi per passare.
Gennaio 1976
Si tiene la Conferenza di Giamaica del Fmi, nel corso della quale viene approvato il 2° emendamento del Fmi (1° aprile 1968). Essenzialmente esso stabilisce :
  • la libera fluttuazione dei tassi di cambio
  • il ruolo dell’oro (soprattutto l’articolo IV)
  • incremento pari ad 1/3 delle quote
  • redistribuzione delle quote fra i membri
In pratica la Conferenza di Giamaica servì a dare un assetto normativo ad una situazione di fatto che si era andata creando a partire dagli accordi smithsoniani fino al primo shock petrolifero.
16 luglio 1976
Nel corso di una conferenza stampa a Washington il cancelliere tedesco Helmut Schmidt rivela l’esistenza di un accordo segreto concluso durante il vertice di Portorico (27-28 giugno) tra USA, Gran Bretagna, Germania e Francia per togliere all’Italia ogni appoggio finanziario nel caso in cui i comunisti entrino a far parte del nuovo governo.
La rivelazione di Schmidt avveniva subito dopo le elezioni, tenutesi il 20-21 giugno, ma prima della formazione del nuovo governo. Nel settembre 1976 la Germania rinnova il prestito concesso nel 1974 mantenendo inalterata la garanzia aurea ma riducendo l’importo del prestito da 2 mlrd di $ a 1,5 mlrd.
Settembre 1977
Nel corso dell’ultima settimana del mese aumentano i disordini sui mercati dei cambi conseguenti ad un indebolimento del dollaro, dovuti essenzialmente alla crescita del deficit statunitense.
In una dichiarazione del dicembre 1977 Carter affermerà che i due motivi essenziali che sembrano determinare la debolezza del $ sono :
1) eccessive importazioni statunitensi di petrolio
2) lento tasso di crescita delle economie occidentali (soprattutto tedesca e giapponese).
Gennaio 1978
La Bundesbank attiva una swap line con la Fed per sostenere il tasso di cambio del $.
A partire dal 4 gennaio la Fed aveva deciso di abbandonare la politica di benign neglect (ovvero di laissez-faire sul mercato dei cambi) e di intervenire energicamente per sostenere il tasso di cambio della valuta statunitense.
1° novembre 1978
L’amministrazione Carter avvia un pacchetto di misure intese a contenere il deficit americano :
a) riduzione della crescita dei salari (d’accordo con i sindacati)
b) blocco dei prezzi da parte delle imprese
c) impegno del Governo a stabilizzare la spesa pubblica
Alcuni elementi di questa nuova crisi del dollaro vanno notati :
i) la crisi, come nel 1973, coincide con un nuovo shock petrolifero
ii) la fiducia che la svalutazione del $ possa far rientrare il deficit attraverso una riduzione dei flussi commerciali sembra diminuire
iii) l’economia statunitense sembra dipendere sempre di più dalle importazioni, sia di petrolio, ma anche paradossalmente di automobili ed altri beni di largo consumo personale e familiare.
Marzo 1979
Entra in vigore il Sistema Monetario Europeo (SME), che intendeva rispondere alle esigenze di una maggiore stabilità nei cambi fra le monete dei paesi CEE, necessaria ai progetti di convergenza economica tesa all’Unione Monetaria.
Lo SME intendeva riprendere i principi fondamentali stabiliti nello schema delserpente monetario. Vengono stabiliti però due diversi margini di fluttuazione per le monete più stabili (fissati a 2,25%) e per le monete più deboli (come la lira, libera di fluttuare fino al 6% intorno alla parità centrale misurata in termini di ECU - European Currency Unit).
25 aprile 1980
Continua, nel frattempo, la politica di revisione delle competenze del Fondo. L’interim commitee stabilisce che l’Fmi deve acquisire un ruolo crescente nell’aggiustamento e nel finanziamento degli squilibri di bilancio, fornendo assistenza per periodi più lunghi ed in misura più consistente.
Contemporaneamente, con decisione presa il 17 settembre (efficace dal 1° gennaio 1981), il Fmi decide di unificare il sistema di calcolo del valore dei Dspadottando un paniere composto dalle valute dei 5 membri che hanno registrato le maggiori esportazioni nel periodo 1975-79: $ USA, Sterlina inglese, Franco francese, Marco tedesco e Yen giapponese.
1981
L’amministrazione Reagan riprende in pieno la politica di benign neglect .
Una serie di misure di politica monetaria deflazionistica e di politica fiscale espansiva mal coordinate dal presidente con il Congresso portano ad un apprezzamento del $ sui mercati internazionali che mal si coniugava con la politica liberista di Reagan. I prodotti commerciali statunitensi divenivano sempre meno competitivi sui mercati mondiali e ci si aspettava sempre più una svalutazione del $ che invece non avvenne (se non, in minima misura, nel 1985). Probabilmente la tenuta del $ è da attribuirsi agli alti tassi di interesse praticati dalla Fed, che riteneva la politica fiscale troppo espansiva per le circostanze dell’epoca. Risultò chiaro che né la politica fiscale né quella monetaria si proponevano misure di politica esterna.
13 Agosto 1982
Il governo Messicano dichiara l’inabilità al servizio del debito. Scoppia così, in tutta la sua gravità, il problema del Debito Estero dei Paesi in Via di Sviluppo (PVS).
Nei mesi immediatamente successivi il Fmi avvierà i piani di aggiustamento strutturale (PAS) nel tentativo di affrontare il ripianamento delle difficoltà di BdP del Messico e di altri PVS con problemi di indebitamento.
L’improvviso rialzo del valore del $ e dei tassi di interesse statunitensi (cui, attraverso il LIBOR, sono indicizzati i prestiti ottenuti dalla maggior parte dei PVS) rende praticamente impossibile la restituzione dei prestiti contratti sul mercato degli eurodollari.
22 settembre 1985
Il G5 tiene il summit dell’Hotel Plaza di New York, al termine del quale diviene chiaro che gli USA, sotto la spinta del ministro del Tesoro James Baker, avevano deciso di abbandonare la politica del benign neglect e rilanciavano un progetto coordinato fra i 5 finalizzato a ridurre il valore del $.
E’ interessante notare che una decisione chiave come quella dell’Hotel Plaza sia stata presa in seno al G5 invece che nell’ambito del Fmi, cui spettava la responsabilità della sorveglianza dei tassi di cambio. Risalta soprattutto un’opinione espressa da Paul Volker, allora presidente della Fed: "I problemi principali riguardano innanzitutto un piccolo gruppo di potenze, se le monete di tali paesi sono ragionevolmente stabili tutto il resto può essere sistemato di conseguenza".


Poiché la decisione dell’Hotel Plaza si inseriva appieno nella tendenza prevalente dei mercati valutari in quel momento (driving the rate), non tardò ad ottenere gli effetti sperati: già nel marzo 1986 il dollaro si era deprezzato del 13% rispetto al settembre 1985.
Ma la collaborazione fra gli USA e Germania e Giappone non era destinata a durare a lungo in quanto gli USA non sembrarono, da quel momento, essere seriamente intenzionati a ridurre il profondo deficit di bilancia estera, né Germania e Giappone sembravano intenzionati da parte loro ad impegnarsi per modificare i loro sostanziali surplus.
2 dicembre 1985
Il Fmi esprime pieno appoggio alla proposta del Piano Baker per la soluzione del problema del Debito estero dei PVS.
Il piano Baker prevedeva un misto di riconversione monetaria del debito attraverso i Debt Equity Swaps e di riduzione nominale del debito, sottoposti tuttavia all’attuazione delle misure di aggiustamento strutturale (i PAS) proposte dal Fmi.
27 marzo 1986
Il Fmi, espandendo ulteriormente le sue competenze nei riguardi della questione del Debito estero, stabilisce la creazione di un nuovo conto ausiliare ad hoc : nasce così la "Structural Adjustment Facility", destinata a fornire assistenza a termini di concessione nei confronti dei PVS a basso reddito.

Maggio 1986
Il Summit di Tokyo rivela le divergenze fra le potenze economiche in merito alla riorganizzazione del sistema monetario internazionale. E’ soprattutto la decisione di sottolineare il ruolo del Fmi nell’ambito della sorveglianza sui tassi di cambio, nettamente contrastante con quanto stabilito nel summit di Tokyo, a rivelare i disaccordi e le indecisioni in seno al G5.
Un’altra decisione presa a Tokyo definiva una serie di indicatori che dovevano essere considerati al centro dell’attenzione dei policymakers: (1) crescita del PIL, (2) Inflazione, (3) tassi d’interesse, (4) disoccupazione, (5) deficit pubblico, (6) saldo commerciale e (7) di conto corrente, (8) crescita monetaria, (9) riserve, (10) tasso di cambio.
Fra questi, tuttavia, il tasso di cambio non riceveva alcuna enfasi particolare.


Vari incontri e summit si succedettero nel periodo immediatamente successivo al summit di Tokyo, ma visti globalmente non fecero che confermare le divergenze sulla visione del sistema monetario che intercorreva fra la Germania e le economie della CEE da un lato e gli Stati Uniti dall’altro, con il Giappone che talvolta aderiva alla linea della Germania, talaltra sembrava riavvicinarsi alle richieste statunitensi.
Ottobre 1987
Di fronte alla mancanza di un coordinamento fra le politiche condotte dalle maggiori potenze economiche il mercato reagisce con il crollo di Wall Street, uno dei più gravi disordini finanziari degli ultimi anni.
Il $ continuò a deprezzarsi e, da una quotazione al 22 ottobre di 1,82 marchi e 144 yen, passò a 1,60 marchi e 123 yen. A partire dal 28 dicembre, tuttavia, soprattutto per iniziativa del Giappone, che stava acquisendo un ruolo preponderante di locomotiva dell’economia mondiale, si ebbe una ripresa del $.
29 dicembre 1987
La Structural Adjustment Facility viene rinforzata nella "Enhanced Structural Adjustment Facility" (ESAF) allo scopo di assistere specificamente i PVS gravemente indebitati disposti a sottostare ad un duro programma di aggiustamento triennale.

3-4 aprile 1989
L’interim committee chiede ufficialmente al Consiglio dei Governatori di considerare le proposte di riduzione del debito dei PVS nell’ambito delPiano Brady.
In risposta alle proposte dell’interim committee, il Consiglio Esecutivo, il 23 maggio, adotta delle linee guida che condizionano strettamente le strategie di supporto alla riduzione del debito dei PVS all’adozione, da parte loro, di programmi di aggiustamento a medio termine contenenti elementi di riforma strutturale.
Maggio 1990
L’interim committee propone al Consiglio Esecutivo la bozza per un 3° emendamento.

Aprile-Maggio 1992
Il comitato esecutivo del Fmi approva l’adesione di molti paesi già appartenenti all’URSS.
Nell’aprile del 1993 verrà creato un conto ad hoc per i paesi ex-socialisti in transizione verso l’economia di mercato: la "Systemic Transformation Facility" (STF).
Settembre 1992
Un forte attacco di origine speculativa costringe diverse valute europee (Lira, Sterlina, Dracma, Peseta ed Escudo) dapprima ad una sostanziosa svalutazione e poi a sospendere la partecipazione allo SME.
Il franco francese si salva dalla tempesta soltanto grazie al forte appoggio garantito dalla Bundesbank, che sembra spaventare ed indurre alla ritirata gli speculatori.
Novembre 1992
Viene adottato il 3° emendamento del Fmi che prevede la sospensione dal diritto di voto e dagli altri diritti spettanti ai membri per coloro che non abbiano rispettato gli impegni assunti nei confronti del fondo.

Marzo-Maggio 1994
13 paesi dell’Africa Sub-Sahariana appartenenti all’area del franco CFA stabiliscono un riallineamento delle loro valute con un deprezzamento del 50%.

6 giugno 1994
Per la prima volta dalla sua creazione viene innovata in modo sostanziale la struttura del Fmi con l’introduzione di 3 Amministratori Delegati (Deputy Managing Director).

1° febbraio 1995
In risposta alla crisi monetaria Messicana (insorta fra la fine del 1994 e la prima metà del febbraio 1995) il fondo stanzia 12,1 miliardi di Dsp, il più grande impegno finanziario nella storia del Fmi.
Una nota interessante in questo caso riguarda la rapidità da record con cui il fondo ha disposto l’intervento in salvataggio del Messico, che aveva poco prima firmato l’accordo NAFTA con gli USA ed il Canada.
26 marzo 1996
Il Consiglio Esecutivo approva un accordo di prestito con la Russia pari a 6,9 miliardi di Dsp.



schema tratto dal sito : http://web.tiscali.it/lucamanunta/sismonint.htm

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