LA VERSIONE FINALE DEL RACCONTO PREPARATO DALLA IV E E DALLA IV D PER IL CONGRESSO "SHERLOCK PROBLEMUSQUE ROMANUS" DEL 14 MAGGIO 2016 ALLE SCUDERIE ESTENSI DI TIVOLI
SHERLOCK HOLMES E IL
DELITTO
ALLA FERMI HIGH SCHOOL
Un enigma a camera chiusa ambientato
in una scuola, risolto dalla mente geniale di Holmes e scritto...a 100 mani
dalle due classi del "Fermi High School" di Tivoli, IV E e IV D. Un pastiche in cui si incrociano ironia e desiderio
di porgere un omaggio all'opera di Conan
Doyle, ispirato al racconto breve di quest'ultimo
"The
freckled band".
Nulla infatti
mi piaceva e mi interessava di più che seguire Holmes nelle sue indagini
professionali, ammirandone le rapide deduzioni, fulminee come le sue intuizioni
eppure sempre fondate su una base logica, che gli permettevano di risolvere i
problemi che gli venivano sottoposti. Mi vestii rapidamente e, in pochi minuti,
ero pronto ad accompagnare il mio amico nel soggiorno.
“La
Fermi High School”? mi intromisi io
“Una delle scuole più prestigiose di Londra, se non dell’intero Paese: è
impossibile che vi accada un delitto”.
“Amico mio, non dubitare delle parole della
nostra ospite. Lo perdoni, madame, ancora non è guarito dalla giovanile
irruenza che lo affligge dai tempi in cui andava a scuola, benché siano passati
diversi anni, ahimè” tagliò corto con un gesto Holmes, invitando la signora a
continuare il racconto.
“Stamattina,
a scuola i miei collaboratori mi hanno chiamato perché la porta della
biblioteca era chiusa a chiave e la chiave era sparita. La signora Prudence, la
custode che vive nel cottage attaccato all’Istituto, aveva lasciato la scuola
alle 18, salutando il prof. Constant, uno dei decani della scuola, che era
molto zelante nel suo lavoro e al solito
si tratteneva ben oltre l’orario per terminare di stilare i provvedimenti
disciplinari verso gli studenti a cui aveva messo diverse note……”
“Diverse
note?” chiesi io
“Note
disciplinari, dottor Watson” rispose la Preside “in particolare verso gli
studenti di una classe….come chiamarla? Della classe più indisciplinata della
nostra scuola. Infrazioni di ragazzi,
certo: studenti trovati a fumare nei
bagni, a scrivere sui banchi, qualche risposta impertinente proprio a lui, al
professor Constant”
“E
il professor Constant aveva il compito di proporre le sanzioni disciplinari?”
chiese Holmes
“Più
che un compito ne faceva una fede di vita, era molto sollecito in questo e
restava spesso a scuola molto oltre il termine dell’orario scolastico”rispose
la Direttrice.
“Mentre
aprivamo la porta della biblioteca, mi parve di sentire un leggero sibilo e
pochi momenti dopo un rimbombo, come se fosse caduta una massa di metallo.
Vaneggiava,e
avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro, puntò il dito in aria…. E poi morì,
emettendo un orribile rantolo. Mio Dio, deliri di un morente, senza dubbio”
«Che cosa
pensate di tutto questo, Watson? »
domandò Sherlock Holmes, arrovesciandosi all’indietro sulla sedia.
«A
me pare una faccenda delle più oscure e sinistre.»
«Oscura davvero, e sinistra
davvero.»”
«Un
momento», disse Holmes rivolgendosi nuovamente a Mrs Livingstone, «è sicura di
aver sentito il sibilo e il suono
metallico? Potrebbe giurarlo?» «È la stessa domanda che mi ha rivolto il
coroner all’inchiesta avvenuta poco fa. Ho l’impressione di averlo sentito, ma
potrei essermi sbagliata.»
«Il
professore era vestito come la sera prima?» «Si, era vestito di tutto punto, e
nella mano destra aveva un fiammifero
bruciacchiato, e nella sinistra una scatola di fiammiferi.» «Il che dimostra
che aveva acceso una lampada per guardarsi intorno quando qualcosa l’aveva
allarmato. Questo è importante. E a quale conclusione è giunto il coroner?» «Ha
svolto delle indagini molto accurate, ma non è riuscito a scoprire alcuna causa
plausibile per la morte. La testimonianza dei collaboratori scolastici e la mia
dimostrava che la porta della biblioteca era chiusa dall’interno, e le finestre
erano bloccate da persiane di vecchio tipo, con grosse sbarre di ferro che
venivano fissate ogni sera. Furono esaminate attentamente le pareti, che
risultarono solide dappertutto; fu accuratamente esaminato anche il pavimento,
con gli stessi risultati. Il camino è molto ampio, ma è sbarrato con quattro
grossi ganci. È quindi certo che, quando è morto, il professore era solo.
Inoltre, il suo corpo non presentava alcuna traccia di violenza .Il coroner ha
concluso che si tratta senz’altro di un
delitto in camera chiusa. Potrebbe essere omicidio, ma non è possibile
poiché il professore era chiuso a chiave e sul corpo aveva la chiave della
stanza. Potrebbe essere suicidio ma non si vede come, non avendo riscontrato
nessun veleno né armi » «Hanno pensato a
un veleno?» «È stato cercato durante l’autopsia ma senza successo.» rispose la
Direttrice.
«È
una faccenda molto misteriosa. », ripeté il mio amico. «Ma non c’è un minuto da
perdere. Se venissimo oggi alla Fermi High School, potremmo vedere la stanza del delitto?» «Si Certo, oggi
abbiamo chiuso la scuola e niente vi disturberà. Ci saremo solo io, la custode
e qualche collaboratore» «Benissimo. Allora verremo entrambi.»
«Grazie per aver accettato il caso. Vi
attenderò a scuola.» Detto questo, Mrs. Livingstone scivolò fuori dalla stanza.
«Che
ne pensa di tutto questo, Watson?», chiese Holmes. «Mi sembra invero una
faccenda misteriosa e sinistra.» risposi
«Adesso, Watson, ordiniamo la colazione, dopo
di che andrò fino a Scotland Yard, dove spero di raccogliere qualche
informazione utile.»
Era quasi
l’una quando Sherlock Holmes tornò. «Ho esaminato il corpo e controllato la
situazione economica del professor Constant. Mi sono informato sulla scuola,
sulle persone dei collaboratori scolastici e persino degli studenti verso i
quali Constant stava scrivendo proposte di sospensione dall’attività scolastica»,
disse.
«Sicuramente sono loro, gli studenti, ad aver potuto beneficiare della sua morte” osservai”
La Preside ha detto che il docente in questi giorni voleva ottenere la
sospensione di quella che Constant definiva “la peggior classe dell’Istituto”, per dirla con la sua
terminologia” “ Non so, Watson” rispose Holmes” Nessun amico, nessun
beneficiario nel testamento. Quell’uomo sembrava avere solo la scuola e le note
disciplinari come interesse di vita. Non ho sprecato tuttavia la mattinata; infatti adesso conosco meglio
la vittima... e forse anche l’assassino. La Direttrice ha detto che ci
attenderà ai cancelli dell’Istituto con la custode Prudence, non facciamo
attendere delle signore. Su, Watson, non c’è tempo da perdere; partiamo subito
per la sede scolastica.»
E partimmo.
Come
arrivammo alla Fermi High School, incontrammo intorno al cancello - la scuola era chiusa quel giorno – un gruppo
di studenti riuniti accanto al vialetto di ingresso.
Avevano
espressioni serie, ma non sembravamo particolarmente preoccupati.” Eppure –
osservai rivolto verso Holmes - se
questi ragazzi sono coinvolti come credo, nel delitto del professore che
avrebbe potuto sospenderli, dovrebbero mostrare
un’aria più preoccupata”
“
Non credo che il nostro mistero abbia a che fare con questi studenti” tagliò
corto Holmes, che si affrettò a raggiungere la Preside, che ci corse incontro con sollecitudine.
«Vi aspettavo », esclamò stringendoci la mano
e presentandoci Prudence, una accigliata e giunonica donna.
Holmes le fissò insistentemente il petto ed io
stavo quasi sentendomi imbarazzato per lui quando le chiese: “Mrs. Prudence,
lei è forse tornata da poco tempo dall’India?” “ Si – rispose stupita la donna,
arrossendo di colpo – come lo ha capito?” “ Elementare – disse Holmes – lei
indossa un ciondolo di acquamarina, la cui provenienza e fattura nel nostro XIX
secolo sono di indubbia origine delle nostre colonie indiane. E inoltre –
aggiunse, mettendo in visibile imbarazzo la poverina – sicuramente stava
cucinando qualche pietanza con aggiunta di quella nuova spezia….come si chiama
Watson? Ah si, curry, se ne sente
l’odore impregnato nelle sue vesti”
“
E’ vero, Mr. Watson – rispose Prudence accigliandosi ancor di più “ sono stata
10 anni in India e ho ottenuto questo impiego qualche mese fa. Alla cucina
locale indiana ci siamo, ehm…mi sono abituata, e quando posso la ripropongo anche
qui in Inghilterra” «Bene, non vi farò perdere altro tempo», disse Holmes, mentre
Prudence prendeva congedo e la Direttrice ci accompagnava all’interno. L’atrio della scuola dava accesso su un corridoio dalle pareti gialle sul quale si
aprivano delle stanze.
volle
esaminare subito la in cui il professor Constant
era morto. Era una stanza accogliente. Holmes girò lo sguardo tutt’intorno,
notando ogni minimo particolare. «Dove comunica quel campanello?», chiese alla
fine, indicando un grosso cordone che pendeva a fianco della scrivania,. «Nel
gabbiotto dei collaboratori scolastici.» «Sembra più nuovo degli altri
oggetti.» «Sì, è stato messo un paio di mesi fa.» «Mi scusi un attimo, mentre controllo il
pavimento», disse Holmes. Si gettò bocconi, con la lente in mano, strisciando
rapidamente avanti e indietro, esaminando accuratamente le fessure fra le
tavole di legno. Poi, fece la stessa cosa con i pannelli di rivestimento delle
pareti. Alla fine, si accostò alla scrivania massiccia per qualche minuto
facendo correre lo sguardo su e giù lungo il muro. “Questo tavolo è ancorato al suolo” osservò il mio amico Holmes “Non
lo era oppure non lo avevo mai notato” rispose la Direttrice. Holmes poi prese
il cordone del campanello e gli diede uno strattone violento. «Perbacco, è finto»,
disse, «non è nemmeno collegato a un filo elettrico. Questo è molto interessante.
Come può vedere, è fissato a un gancio proprio sopra alla piccola apertura del
ventilatore.»
«Ma
è assurdo! Non me n’ero mai resa conto.» «Molto strano», borbottò Holmes
tirando il cordone. «Ci sono un paio di cose assai strane in questa stanza. Ad
esempio, il costruttore doveva essere molto stupido per aprire un foro di
ventilazione che dà in un’altra stanza quando, con la stessa fatica, poteva
benissimo aprirlo comunicante con l’esterno, per far passare l’aria!» «Anche
quello è stato fatto da poco», disse la Preside. «Nello stesso periodo in cui è
stato messo il cordone da campanello?», osservò Holmes. «Sì, certo; in quel
periodo sono stati fatti moti piccoli cambiamenti.» «Cambiamenti, a quanto
pare, molto interessanti: campanelli che non suonano e ventilatori che non
danno aria. »
«Mrs. Livingstone», continuò Holmes, «è
assolutamente essenziale che lei segua alla lettera i miei consigli. In primo
luogo, lei , il mio amico e io dobbiamo passare la notte in questo ufficio, ma
lei non deve dire niente a nessuno.» La donna e io lo guardammo sbalorditi.
«Lasci che le spieghi: finga di salutarci e faccia andar via il personale, poi faccia
finta di andar via anche lei facendoci rientrare tutti poco dopo» «Ma cosa
intendete fare?» «Passeremo la notte
nella biblioteca per cercar di scoprire la causa di questo omicidio. »
Holmes
e io non incontrammo difficoltà nel ritornare a scuola con la Preside, una volta
usciti tutti i pochi collaboratori ancora in servizio. «Sa, Watson», mi disse
Holmes mentre stavamo seduti uno accanto all’altro avvolti nell’ombra della
sera che stava calando, «in verità, esiste
un pericolo ben preciso.»
«Non
ho visto niente di speciale, a eccezione del cordone del campanello e confesso
che non riesco a immaginare a cosa possa servire.» disse Mrs. Livingstone. «Ha
visto anche il foro di aerazione.» «Sì, ma non ci vedo nulla di strano in una
piccola apertura fra due stanze. È talmente stretto che non ci passerebbe
nemmeno un topo.» «Ero certo che avremmo trovato quel foro di aerazione ancora
prima di venire qui.” mormorò Holmes.
Il
mio amico chiuse le imposte senza far rumore, mi si accostò poi in punta di
piedi e mi disse all’orecchio: «Il
minimo rumore sarebbe fatale per il nostro piano. Non si addormenti; ne va
della sua vita. E tenga pronta la pistola nel caso dovessimo servircene. Io mi
siederò sulla sedia; lei si sieda su quella poltroncina». Tirai fuori la
pistola e la poggiai sull’angolo del tavolo. Holmes aveva portato una lunga
canna sottile che posò sul tavolo, accanto a sé, insieme con una scatola di
fiammiferi e un mozzicone di candela. Poi spense la lampada e restammo così tutti e tre
nell’oscurità. Rintoccò la mezzanotte, l’una, le due, le tre, e ancora eravamo
lì seduti in silenzio in attesa che accadesse qualcosa. D’improvviso, in
direzione del foro di aerazione, brillò un raggio di luce che subito scomparve,
poi si sentì un forte odore di olio che bruciava e di metallo riscaldato. Nella
stanza accanto qualcuno aveva acceso una lanterna cieca. Sentii il rumore di un
leggero movimento poi tutto ritornò silenzioso; ma l’odore si faceva più
intenso. A un tratto, si sentì un suono
smorzato, prima metallico e poi strusciante.
Nell’attimo
stesso in cui lo sentimmo, Holmes balzò, accese un fiammifero e percosse
violentemente e ripetutamente il cordone del campanello con la canna. «Lo vede,
Watson?», gridò. «Lo vede?» Ma non vedevo nulla. Nell’attimo in cui Holmes fece
luce, sentii un ronzio, come quello di uno strano
insetto meccanico, poi un sibilo,
basso e distinto, ma l’improvviso chiarore mi abbagliò e non riuscii a vedere
la cosa contro cui il mio amico si era scagliato con tanta veemenza. Riuscivo
però a vedere il suo viso, mortalmente pallido e sconvolto dall’orrore e dal
disgusto. Aveva smesso di colpire e stava guardando in alto, verso il
ventilatore, quando il silenzio della notte fu rotto dall’urlo più lacerante
che avessi mai sentito. Un ululato rauco di dolore, paura, rabbia. «Che significa
questo?», chiesi con voce rotta. «Significa che è tutto finito ma che ora
bisogna provvedere a soccorrere l’assassino prima che muoia senza essere
consegnato alla giustizia», rispose Holmes. «Prenda la pistola e andiamo a
vedere.»
Uno
strano spettacolo si presentò ai nostri occhi quando andammo nel gabbiotto
adiacente alla biblioteca. Accanto al tavolo, la custode Prudence, con aria
inebetita, era in piedi mentre cercava di soccorrere un giovane uomo, accasciato su una sedia di legno, che mostrava chiari
sintomi di malessere. Il mento era rivolto verso l’alto e gli occhi fissavano
un angolo del soffitto con uno sguardo spaventoso e immobile. Attorno alla fronte del giovane era
arrotolata una strana fascia gialla che sembrava cingergli strettamente il capo
, innestata su uno strano piccolo congegno meccanico ormai rotto, ma ancora
ronzante. Quando entrammo, non si mosse. «La fascia gialla,eccola!»,
bisbigliò Holmes, che subito provvide a iniettare un antidoto all’uomo che
ansimava violentemente.
…
Le
poche cose che ancora ignoravo me le spiegò Sherlock Holmes il giorno dopo,
mentre consumavamo il lunch al 221 B di
Baker Street insieme a Mrs. Livingstone. «Come le ho già spiegato», mi
disse, «la mia attenzione fu subito attirata dal foro di ventilazione e dal
cordone del campanello che pendeva accanto alla scrivania. «Quando scoprii che
il cordone per chiamare i collaboratori in realtà non funzionava ma era
un’inutile finzione e che la scrivania di lavoro era stranamente fissata al
suolo, mi venne immediatamente il sospetto che quel cordone fosse una specie di
ponte per qualcosa che, attraverso il foro di ventilazione, arrivava al tavolo.
Pensai
subito a un serpente e, quando seppi che la custode Prudence era da poco
tornata dall’India, sentii che ero
probabilmente sulla pista giusta. L’idea di usare un veleno assolutamente non
rintracciabile con un processo chimico era proprio quella che poteva venire in
mente a una persona, che aveva trascorso molti anni in Oriente, a seguito del
suo unico figliolo, che doveva
nascondersi dall’accusa di furto con
cui diversi anni prima Constant l’aveva
fatto espellere dalla Fermi High School, costringendolo ad avere continui rifiuti
dagli altri istituti scolastici, fino a condurre una vita di espedienti in
India, lì dove avevano deciso di cambiare identità e di tornare nella
madrepatria.
La
signora Prudence era appena tornata a Londra insieme al figlio Victor,
cambiando il proprio nome grazie a documenti falsi, e grazie al lavoro di
custode che aveva ottenuto, proprio nella scuola da cui il figliolo era stato
espulso anni prima, era riuscita a trovare una certa normalità. Il figlio non
lo conosceva nessuno, poiché trascorreva le mattine al lavoro in officina e si
ritirava nell’appartamento vicino alla scuola solo a sera tardi. Ma ahimè, il
professor Constant non aveva perduto con gli anni la sua inesorabile solerzia e, imbattendosi in
lui qualche sera fa, aveva riconosciuto
Victor e minacciato di smascherarlo e fargli scontare la pena per furto a cui si era sottratto anni prima. Per
cui, madre e figlio escogitano insieme un delitto in cui nessuno di loro
potrebbe mai apparire colpevole, poiché si tratta del classico enigma a camera chiusa.
La
signora Prudence, in realtà, ha confessato di aver salutato sì, il professore
prima di ritirarsi nel suo cottage accanto alla scuola, in cui ha trascorso la
notte con un’amica per costituirsi un alibi. Ma prima ha servito all’anziano docente un tè con una
forte dose di oppio, per tenerlo addormentato proprio sulla scrivania della
Vicepresidenza. Il figlio di Prudence, al contrario, non era conosciuto da nessuno e Scotland Yard
non ha fatto domande in proposito. Invece, in India il giovane aveva mostrato
notevole abilità nella costruzione di congegni meccanici. Quando ho posto le
domande a Prudence, madre e figlio si sono sentiti in pericolo e quando hanno
visto noi rientrare - ebbene si, noi tre
non siamo sfuggiti al controllo da parte della custode - hanno deciso di
eliminarci con lo stesso sistema escogitato per il professor Constant, usando
l’invenzione meccanica di Victor”
“
Ho infatti visto nella stanza una specie
di insetto metallico” dissi io,
mostrandomi disgustato “ Non lo chiami così, Watson” mi rimproverò Holmes “un
giorno potrebbero chiamarlo congegno telecomandato, oppure,
chissà, drone. Tramite il drone Victor è riuscito a veicolare
il serpente nella stanza, attraverso il condotto di areazione. Drone,come fuco,
il maschio delle api, suona bene”
“Torniamo
all’ingegnoso Viktor e alla premeditazione
del delitto. Il ragazzo era appassionato di animali esotici e inoltre, dal
suo punto di vista, la rapidità con cui il serpente con un veleno del genere
avrebbe fatto effetto sarebbe stata un vantaggio. Ci sarebbe voluto un patologo
davvero eccezionale per scoprire i due minuscoli forellini lasciati dai denti
del serpente. Oppure, un acuto osservatore come me, quando esaminai il corpo
presso l’ufficio del coroner. Pensai poi al fischio. Certo, Viktor doveva azionare
e far abbassare il congegno a distanza
attraverso la finta grata di areazione su cui viaggiava il serpente, il drone
– mi lasci esprimere così modernamente, caro amico – mi
prevenne Holmes – e appena commesso il delitto farlo tornare indietro al suo
richiamo.
Il rettile poteva mordere o meno la persona mezzo
addormentata; la vittima designata poteva magari sfuggire alla morte per un po’
ma, prima o poi, era destinata a morire. «Ero giunto a queste conclusioni prima
di entrare nella stanza attigua..
Una volta convinto dell’esattezza della mia teoria,
lei sa quali misure ho preso per dimostrarla. Ho sentito, come certo ha sentito
anche lei, il sibilo del rettile e immediatamente ho fatto luce e l’ho
attaccato.»
«Col
risultato di far rientrare il drone con allegato serpente attraverso
il foro» dissi io sorridendo.
«E col risultato di scatenarlo contro il suo
padrone, nell’altra stanza. Per questo mi ero procurato una fiala di antidoto contro il veleno da rettile.
Ora Viktor e sua madre dovranno rispondere
alla giustizia penale di questo terribile e premeditato delitto.»
“
E lei come sempre ha risolto un altro brillante enigma, amico mio. E ha salvato
la reputazione della Fermi High School e
di altri giovani studenti che avrebbero potuto essere accusati del delitto”
“
Ah,Watson…..Glielo avevo detto o no che
gli studenti non avevano a che fare con il delitto?” sorrise Sherlock
Holmes continuando a sorseggiare il suo tè e salutando poi una sollevata Mrs.
Livingstone.”Che ora quei ragazzi pensino a studiare e a concludere l’anno
scolastico!”