Per i miei studenti di quarta,ecco lo schema su cui lavorare per fare i confronti tra le tre società di persone. Il documento è scaricabile attraverso google drive a questo link:
https://drive.google.com/open?id=0B-qSzor0_Wn4anVMM3I2cjZGZHc
Buon lavoro!
la prof
domenica 6 novembre 2016
Il referendum del 4 dicembre: le ragioni del si e del no
L'articolo di Priscilla Tranquilli della V E AFM spiega le ragioni del si e del no dell'imminente referendum
Il prossimo 4
dicembre, dalle
7 alle 23, gli italiani saranno chiamati a esprimere il loro parere (Sì o No)
sulla riforma
costituzionale Renzi-Boschi (tecnicamente legge di riforma
costituzionale 2613-D) proposta dal
ministro Maria Elena Boschi e appoggiata dal governo Renzi.
La riforma è già
stata approvata dal nostro Parlamento con un quorum inferiore, nella seconda
votazione ai 2/3 che le avrevvero consentito di passare subito alla
promulgazione e alla pubblicazione. Per questo motivo la riforma potrà entrare
in vigore solo se il referendum costituzionale
confermativo darà esito positivo. Il risultato della consultazione sancirà il futuro della nostra Costituzione,che
subirà una profonda trasformazione, che avrà effetti molto importanti nei prossimi anni.
In grandi linee la
legge implica modifiche importanti all’assetto delle istituzioni come: il superamento del bicameralismo perfetto o
paritario, la variazione del numero dei senatori, l’attribuzione esclusivamente
alla Camera dei Deputati del compito di esprimere la fiducia nei confronti del Governo,
l’attribuzione dell’attività legislativa quasi interamente alla Camera dei
Deputati, cambiamenti nella procedura di elezione del Presidente della Repubblica,
modifiche ai rapporti tra Stato e regioni delineati dal Titolo V, l’eliminazione delle province, l’abolizione
del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), e modifiche nella
modalità di presentazione delle leggi d’iniziativa popolare e dei referendum
abrogativi.
Il procedimento di
approvazione della legge è cominciato nell’aprile del 2014 con un testo che nel
corso della discussione in aula è stato modificato sia dalla Camera, sia dal Senato
(la riforma è stata approvata tre volte dalla Camera e Senato; due delle quali
con lo stesso testo)l’approvazione della legge costituzionale è avvenuta con un numero inferiore dei due
terzi dei componenti di ciascuna camera e di conseguenza, come prescritto
dall’articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato direttamente
promulgato per dare la possibilità di richiedere un referendum confermativo.Questo sarà il terzo referendum costituzionale nella
storia della Repubblica Italiana dopo quelli del 2001 e del 2006.
Per questo tipo di
referendum, chiamato anche confermativo (e non abrogativo), non è necessario
il raggiungimento del quorum, quindi vincerà l’opzione (Sì o No) che ha
ottenuto la maggioranza dei consensi a prescindere dal numero di votanti.
È quindi
fondamentale conoscere bene i contenuti della
riforma per valutarne
gli aspetti positivi e negativi.
Vediamo nel dettaglio le modifiche che verranno apportate:
Vediamo nel dettaglio le modifiche che verranno apportate:
1. Fine del Bicameralismo
perfetto
Fine del sistema che prevedeva due camere con identici
poteri. La riforma costituzionale pone fine al bicameralismo paritario,
promuovendo la Camera dei Deputati come unica assemblea legislativa con il
potere di votare la fiducia al governo.
—
LA POSIZIONE DEL SÌ :abolisce la cosiddetta navetta parlamentaretra Camera e Senato, con notevoli benefici in termini di tempo,
l’approvazione delle leggi infatti sarà
più rapida e i costi di gestione delle istituzioni diminuiranno. Il governo otterrà
maggiore stabilità perché non dovrà chiedere il voto di fiducia a entrambe le
camere.
—
LA POSIZIONE DEL NO: anziché superare il bicameralismo paritario, la riforma lo rende più
confuso, creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e
tra Camera e nuovo Senato. Concedendo solo alla
Camera dei Deputati la possibilità di votare la fiducia si elimina il controllo
del Senato sul Governo senza inserire altri contrappesi democratici al potere
esecutivo.
2. Senato: nuova composizione
Il
Senato rappresenterà le istituzioni territoriali,si trasformerà in una “Camera delle Regioni”e
sarà composto da 100 Senatori (invece
che 315):
·
5 scelti dal Presidente della Repubblica per
sette anni;
·
dei restanti 95, 74 sarannoscelti dai Consigli regionali tra i propri membri e i restanti 21 saranno scelti tra i sindici.
— LA POSIZIONE DEL SÌ : L’approvazione delle leggi sarà più rapida. Il Senato
rappresenterà di più le autonomie territoriali e farà da raccordo tra le
Regioni e lo Stato; ci sarà inoltre un risparmio annuo di 500 milioni di euro.
—
LA POSIZIONE DEL NO:Con la
riforma si crea un numero ancora indefinito di procedure legislative
alternative che creeranno confusione e conflitti tra i due rami del parlamento.
Il risparmio è minimo in quanto un documento della Ragioneria dello Stato certifica il
risparmio a meno di 49 milioni di euro l’anno.
3. Senato: nuova funzione
Le competenze legislative dei senatori riguarderanno
le riforme costituzionali, le ratifiche dei trattati internazionali, le leggi
elettorali degli enti locali e quelle sui referendum popolari.Il Senato, su richiesta di 1/3 dei suoi componenti, potrà
chiedere alla Camera la revisione di una legge, da questa approvata, entro 10
giorni dalla sua presentazione. La Camera può decidere di non accogliere le
modifiche proposte e andare alla votazione finale senza ascoltare il Senato.
— LA POSIZIONE DEL SÌ :L’incarico da consigliere regionale non è così impegnativo da
impedire il lavoro in Senato. Inoltre si risparmierà sui costi del Senato perché
i consiglieri regionali e sindaci hanno già un compenso. I senatori nominati
dal Presidente della Repubblica non percepiranno indennità.
— LA POSIZIONE DEL NO: I senatori non lavoreranno
a tempo pieno in Senato perché nel resto del tempo dovranno svolgere il loro
lavoro nelle istituzioni di appartenenza.
4.
Le
leggi proposte dal Governo avranno una corsia preferenziale
La
riforma introduce il cosiddetto procedimento in tempi certiche
regolerà con tempistiche precise i
giorni a disposizione della Camera e del Senato per discutere i decreti
legge. Se il governo ritiene che un decreto legge sia “essenziale per
l’attuazione del programma di governo”, può chiedere alla Camera una via preferenziale per la sua
discussione. La Camera ha 5 giorni per accettare o meno la
richiesta, e se l’accetta ha 70 giorni (più, al massimo, altri
15) per votarlo in maniera definitiva, mentre il Senato ha solo 15 giorni per
proporre modifiche.
— LA POSIZIONE DEL SÌ :i decreti legge saranno
esaminati più rapidamente
— LA POSIZIONE DEL NO:c’è il
rischio che aumenti eccessivamente il potere del Presidente del Consiglio.
5. Presidente della Repubblica: nuove modalità di
elezione
Il capo dello Stato sarà eletto dai 630 deputati e dai
100 senatori; per i primi tre scrutini saranno necessari i due terzi dei
componenti, poi dalla quarta votazione saranno necessari i tre quinti, mentre
dal settimo basterà la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
— LA POSIZIONE DEL SÌ :Il Presidente della Repubblica mantiene i suoi poteri e il suo
ruolo di garanzia. Il quorum per l’elezione è più alto rispetto alla procedura
attuale, non scende sotto ai tre quinti dei votanti. Inoltre, neanche la forza
politica che otterrà il premio di maggioranza alla Camera (di 340 seggi, così
come garantito dal sistema elettorale), potrà eleggere da sola il Presidente della
Repubblica (per il quale si può stimare serviranno 425-435 voti).
— LA POSIZIONE DEL NO: La riduzione del numero dei senatori a cento membri porta uno
squilibrio tra le due camere(quella dei Deputati eletta con l’Italicum e quella
dei Senatori i cui membri saranno invece scelti dai consigli regionali), con il
rischio che l’elezione del Capo dello Stato finisca nella sfera d’influenza del
Governo e del Presidente del Consiglio. Con l’introduzione di una maggioranza qualificata
al settimo scrutinio che tiene conto del numero dei votanti, e non di tutti i
parlamentari, c’è il rischio che il Capo dello Stato sia eletto da un piccolo
gruppo di parlamentari.
6. Referendum e legge di iniziativa popolare
Non basteranno più le 500mila firme attuali per
proporre un referendum, ma si dovrà raggiungere il numero di 800mila. Il numero
di firme necessarie per la presentazione di progetti di legge di iniziativa
popolare, invece, verrà triplicato: da 50mila a 150mila, ma vi sarà la garanzia costituzionale che queste dovranno
essere discusse e votate in Parlamento. Viene anche introdotto un nuovo tipo di
referendum: il referendum “propositivo” o “di indirizzo” che permetterà
ai cittadini di richiedere al Parlamento di emanare una nuova legge su un
particolare tema.
7. Giudici della Consulta: il ruolo delle due Camere
I 5 giudici della Corte Costituzionale non saranno più
eletti dal Parlamento in seduta comune, ma saranno scelti separatamente dalle
due Camere: tre saranno nominatidalla Camera dei Deputati e due dal Senato.
8. Cnel e Province: via all’abolizione
Sarà eliminato il Consiglio nazionale dell’economia e
del lavoro( che nella storia italiana non ha mai
inciso in maniera rilevante nell’iter legislativo)e sarà nominato un
commissario straordinario a cui sarà affidata la liquidazione e la
ricollocazione del personale presso la Corte dei Conti.
La sua abolizione permetterà di risparmiare diversi milioni di euro l’anno.
Verranno abolite del tutto anche le Province
e le loro funzioni saranno spartite fra Comuni e Città Metropolitane.
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