martedì 16 novembre 2021

Visita (virtuale) al Museo della Moneta della Banca d'Italia - di V. Mancini

 


LA MONETA

Il video si riferisce alla visita guidata all’interno del museo della moneta, situato a Palazzo Koch, costruito dalla Banca d’Italia nel 1993; al suo interno è possibile osservare reperti che coprono circa 5000 anni di storia, dall’ epoca mesopotamica (semplici tavolette) fino ad arrivare alle banconote di lire. Il museo si compone di 5 sale, nella prima sono esposte le tavolette mesopotamiche, le quali non rappresentavano degli strumenti di pagamento, ma bensì erano dei “registri contabili” sui quali si annotavano le operazioni di scambio, effettuate principalmente con argento e cereali. Sulle tavolette venivano anche annotati i “tassi d’interesse” che non dovevano superare il 20% per i prestiti in argento, e il 30% per i prestiti in orzo. La seconda sala, la sala della moneta coniata, presenta una raccolta di antiche monete greche e romane. La moneta coniata nacque in Asia minore nel VII a.C. ed aveva  un valore discrezionale attribuitogli dal sovrano, in base, ad esempio, al tipo di figura che aveva incisa sopra. Al tempo, le monete, erano anche simbolo di potenza ed autorità, tanto che ogni città stato, o ogni impero, ne creò di proprie. Anche i Romani coniarono la loro moneta, dando vita ad un sistema monetario bimetallico (argento e bronzo), la moneta romana più diffusa ed importante al tempo era il denario d’argento. Con l’impero di Augusto poi, vennero inserite anche le monete d’oro. Con la crisi del III secolo, il denario d’argento perse valore, diventando una moneta di rame e causando una forte inflazione. Nella terza sala è esposta la collezione di monete del banchiere Pietro Oddo, il quale la vendette alla banca d’Italia nel 1938,. La collezione contiene le monete emesse nel meridione durante il periodo che va dalla caduta dell’impero romano d’occidente fino all’età moderna (circa 1500 anni). Le più significative sono il tarì arabo, il tarì normanno, l’augustale d’oro di Federico II, moneta che richiamava il denario romano, e le monete di 5,20, 100 lire di Vittorio Emanuele II emesse dopo l’unificazione d’Italia. Nella quarta sala sono presenti le monete d’oro che rappresentano le varie politiche monetarie dei paesi europei nell’ 800, ad esempio il bimetallismo francese, il Gold Standard inglese e il bimetallismo italiano che consentì anche il cambio con le banconote. Nell’800 nacquero anche le unioni monetarie, cioè patti tra le varie nazioni, per stabilire un valore di cambio fisso per le diverse monete. Un esempio è l’accordo di Parigi, dove si sanciva la nascita dell’Unione Monetaria Latina. Nell’ultima sala del museo sono esposte le banconote, inventate nel XIII dai cinesi. In Italia, la prima emissione di carta moneta si ha nel 1746. Col tempo poi, si verificò un eccesso di diffusione di banconote, molte di più rispetto ai depositi in oro, proprio per questo, nel 1866, l’Italia introdusse il corso forzoso sospendendo la convertibilità in oro delle banconote. Nel 1881, la convertibilità fu ripristinata e venne definitivamente interrotta nel 1935 a causa delle tensioni pre guerra. La Banca d’Italia nacque nel 1893 operando come istituto di emissione, nel 1896 iniziò a stampare banconote fino all’introduzione dell’Euro.




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