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PERSONE
Amministrazione
di sostegno e inabilitazione
Nel
2001 Lucilla ha 92 anni, è vedova, vive da sola, è in buona salute ed è una
persona decisa, orgogliosa, a cui piace la compagnia. Poiché l’unica figlia
abita all’estero, l’anziana donna decide di farsi aiutare e assistere nelle
incombenze quotidiane da una coppia di vicini di casa a cui periodicamente
versa la somma concordata di lire 500.000 per i servizi resi (spesa e pulizie
una volta alla settimana).
Trascorso un anno, la lira viene sostituita dall’euro
e l’anziana Lucilla, abituata a utilizzare le vecchie lire, non si adatta alla
nuova moneta continuando a ritenere l’euro di valore equivalente alla vecchia
lira.
Lucilla, pertanto, non solo persiste nel
compilare assegni mensili da 500 euro nell’erronea convinzione di corrispondere
l’equivalente di lire 500.000, ma, dopo qualche tempo, decide di aumentare lo
“stipendio” dei vicini badanti, iniziando a corrispondere loro la somma di 700
euro ritenendo di versare agli stessi l’equivalente di lire 700.000.
Accortasi della situazione, la figlia allarmata
manifesta all’anziana madre le proprie preoccupazioni in merito all’utilizzo
del denaro. Tuttavia, l’orgogliosa vecchietta permane nella propria convinzione
circa l’equivalenza tra euro e lira, liquidando la figlia con un «non sei mai
stata ferrata in matematica!».
Cosa può fare la figlia dell’anziana donna per
porre rimedio a tale situazione? (artt. 404 ss. e 415 c.c.).
Responsabilità
per debiti di un’associazione non riconosciuta
Il Consiglio Direttivo del Sindacato Provinciale
Bancari decide di fare stampare 1.000 manifesti per la proclamazione di uno
sciopero. Tizio, membro del Direttivo, ha il compito di eseguire la delibera,
telefona quindi alla tipografia Alfa, la quale accetta l’ordine e procede alla
stampa.
Dopo qualche settimana, la tipografia Alfa, che
ha sollecitato invano il saldo da parte del Sindacato, intima a Tizio di
provvedere al pagamento.
Tizio deve pagare? (artt. 38 e 1292 ss. c.c.).
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